(Teleborsa) -
L'economia dell'Eurozona si confermava in recupero a febbraio, grazie al settore dei
servizi che continuava a trainare l'espansione, mentre miglioravano le condizioni del settore manifatturiero.
Il quadro tuttavia non è del tutto positivo, incorporando solo parzialmente le
preoccupazioni per il Coronavirus, che sono deflagrate a fine mese con l'approdo in Italia ed UE.
A febbraio
l'indice dei direttori d'acquisto delle attività terziarie nella Zona Euro si è attestato a
52,6 punti dai 52,5 precedenti, ma viene
ri
visto al ribasso rispetto ai 52,8 della
stima preliminare e del consensus. Nello stesso periodo il
PMI Composite viene indicato in
aumento a 51,6 punti da 51,3 punti e risulta in linea con le attese.
Anche il PMI manifatturiero, uscito due giorni fa, aveva evidenziato un miglioramento a 49,2 punti.
Per quanto riguarda le economie più importanti dell'Area Euro,
l'Italia vede salire il
PMI composito a 50,7 punti, dopo il miglioramento del
PMI servizi a 52,1 da 51,4 (attese 51,4). In
Francia, il PMI composito sale più delle attese a 52 punti (consensus 51,9), mentre quello del terziario si è portato a 52,5 (atteso 52,6). La
Germania vede calare il PMI composito a 50,7 punti (sotto i 51,1 stimati) ed il PMI servizi a 52,5 (consensus 53,3). Infine, la
Spagna evidenzia un peggioramento del PMI servizi a 52,1 punti (sotto le attese di 52,5).
"
L’economia dell'Eurozona di febbraio ha mostrato
capacità di tenuta di fronte ai disagi dovuti dall'
insorgenza del Coronavirus, ma analizzando più a fondo i dati raccolti si intravedono segnali di
potenziali problemi nel prossimo futuro", avverte
Chris Williamson, capo economista di IHS Markit, preventivando "se al momento i dati PMI di questo primo trimestre stanno segnalando una crescita dello 0.1-0.2% del PIL, i rischi di un
potenziale indebolimento dell’economia di marzo appaiono evidenti".