(Teleborsa) - "
In sanità è meglio sbagliare per eccesso di cautela". A dirlo è
Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell’
Università di Pisa e coordinatore scientifico della
task force pugliese per l’
emergenza coronavirus, intervistato da
Teleborsa. La
curva dei contagi, al momento,
sembra sotto controllo ma la
guerra è tutt'altro che
vinta specie considerando che nelle ultime ore, sul web si moltiplicano le
immagini di folle di giovani che,
senza indossare la mascherina, non rispettano la distanza. Servirà ancora tempo, almeno
due settimane, per vedere gli
effetti di questi preoccupanti atteggiamenti. Per molti, specie tra i più giovani, la
fase della
ripartenza è stata
interpretata come un
"liberi tutti", con tanto di
assembramenti e capanelli che alzano
l'asticella del
rischio. "Vietato cantare vittoria e abbassare la guardia perchè un
errore in questa fase potrebbe
vanificare tutti gli
sforzi, economici e sanitari, fatti fin qui", avvisa
Lopalco al quale abbiamo chiesto quali
scenari potrebbero aprirsi, da qui al
prossimo futuro.Professore, negli ultimi giorni si è parlato di un possibile indebolimento del virus. E’ davvero così?“Non abbiamo evidenze che possano
confermarlo. L
’ipotesi più
plausibile è che al momento i
sistemi di sorveglianza siano più efficienti e quindi i casi giungono all’
osservazione più precocemente, essendo per o più lievi o addirittura
asintomatici. Non si esclude un
“indebolimento” del
virus che si possa sviluppare nel corso dell’epidemia man mano che si selezionano
ceppi meno
virulenti”.
Pochi giorni fa il FMI ha suonato l’allarme invitando Europa e Asia a resistere alla tentazione di riapertura anticipata e dagli Stati Uniti è arrivato il monito di Fauci. Da noi la Fase 2 è partita ufficialmente il 4 maggio: lei si aspetta che la curva risalga?“Questo è un
rischio che non si può escludere. E’ però importante che sul territorio sia
pronto un sistema di sorveglianza che intercetti precocemente i
nuovi casi e la partenza di
nuovi focolai. Altrettanto importante è che il sistema ospedaliero sia pronto ad accogliere una eventuale
seconda ondata con posti letto e terapie intensive dedicate”.Seconda ondata: per molti è certa, per altri ormai il peggio è passato. Secondo lei cosa dobbiamo aspettarci?“Impossibile fare previsioni certe. Tutto dipenderà dalla capacità di gestire l’epidemia nei prossimi mesi. Se i focolai che via via si svilupperanno saranno tenuti sotto controllo, allora potrebbe non verificarsi alcuna seconda ondata. Senza controllo l’evenienza di una
seconda ondata è quasi certa”.Se la curva dei contagi continuasse a scendere e il virus andasse a sparire, come successo con la Sars, possiamo pensare di dire addio a mascherine e distanziamento sociale anche in assenza di vaccino? In sostanza: come saranno i prossimi mesi?“Questo virus è
profondamente diverso da quello della SARS per quanto riguarda le modalità di trasmissione: è contagioso nella fase pre-sintomatica, esistono portatori del virus completamente asintomatici e lo stato di portatore dura spesso a lungo. Molto difficile che sparisca. La probabilità maggiore è che, come hanno fatto altri coronavirus umani nel passato, che diventi un
comune virus stagionale che ad ogni inverno compaia in forma certamente meno impegnativa per il sistema sanitario.
Il vaccino, ovviamente, cambierebbe da subito lo scenario”.