(Teleborsa) - Preoccupano i dati sul
lavoro diffusi dall
'Istat. Nel mese di
aprile, fase clou del lockdown, gli occupati sono, infatti, calati di
274 mila unità. "E' l'ulteriore conferma, dopo quanto già emerso dall'andamento delle richieste di cassa integrazione, di come ci sia un'emergenza lavoro che segue da vicino il crollo del PIL". Questo il commento dell'Ufficio Studi di
Confcommercio. In due mesi - marzo e aprile - si sono persi quasi
400mila posti di lavoro, calo che non si era registrato con queste tempistiche neanche negli anni delle due recessioni. L'assenza di
prospettive - continua la nota - ha portato ad uno spostamento forzato di gran parte di queste persone, molte delle quali presumibilmente occupate in attività stagionali, verso
l'inattività. Inoltre, nello stesso breve arco di tempo quasi
800mila disoccupati hanno cessato di svolgere una ricerca di lavoro.
Uno
scenario grave che potrebbe ancora peggiorare. "Ciò si riflette - prosegue Confcommercio - in una riduzione di quasi
1,2 milioni di persone presenti nel mercato del lavoro, cifra che potrebbe crescere appena verranno a cessare i vincoli sui licenziamenti e se una frazione cospicua degli indipendenti decidesse di chiudere definitivamente la propria attività".
Allarme anche da
Confesercenti nel segnalare che il preoccupante dato di oggi fotografa un calo in cui "tutte le componenti sono coinvolte ma in percentuale la caduta coinvolge maggiormente i
lavoratori indipendenti, che registrano un -1,3% e che hanno perduto 110mila occupati da gennaio: per questa tipologia di lavoratori il virus ha avuto un effetto acceleratore rispetto ad una tendenza che si manifesta da diversi anni. Diminuisce anche il numero di persone in cerca di lavoro, scoraggiate dal momento di forte
crisi". In questo quadro, secondo Confesercenti, è assolutamente necessario intervenire per
tutelare imprese e occupazione indipendente, rendendo immediatamente disponibili i ristori a fondo perduto, la liquidità agevolata e le risorse per la cassa integrazione, che stentano ad arrivare. Bisogna intervenire, però, anche per
semplificare e rendere più flessibile il lavoro.