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Assarmatori e Confitarma, misure urgenti per cambi marittimi

Richiesta congiunta delle due associazioni, contrarie a modifiche su autoproduzione

Economia
Assarmatori e Confitarma, misure urgenti per cambi marittimi
(Teleborsa) - Confitarma e Assarmatori, tramite i loro presidenti Mario Mattioli e Stefano Messina hanno richiamato l'attenzione sulla problematica dell'avvicendamento dei marittimi, chiedendo risposte immediate e la tempestiva adesione dell'Italia all'accordo firmato qualche giorno fa da 13 Paesi a vocazione marittima per facilitare i cambi equipaggio, manifestando la propria delusione per la mancata firma di tale accordo da parte del nostro Paese.

La richiesta congiunta delle due associazioni è stata rivolta lo scorso 20 luglio nel corso della riunioni in teleconferenza, convocata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sui temi oggetto dello sciopero del 24 luglio, alla presenza della Ministra Paola De Micheli.

In merito al tema dell'autoproduzione i due presidenti hanno ribadito la totale contrarietà alle modifiche apportate alla normativa preesistente, per ragioni sia di metodo che di merito.

"Per colpire gli abusi di qualcuno - ha affermato Mario Mattioli - non si può colpire la libertà di iniziativa economica di un’intera categoria imprenditoriale. È evidente, infatti, che tale misura comporterà un aumento delle già elevate tariffe applicate nei porti italiani, con pesante nocumento per la competitività della portualità italiana, maggiori costi per le imprese armatoriali, oltre che una penalizzazione per i lavoratori marittimi in termini occupazionali, ma anche retributivi. Per questo difenderemo le nostre ragioni in ogni sede consentita".

"Non si può modificare con un emendamento estemporaneo, non preceduto da alcun confronto fra le varie parti coinvolte, la disciplina di una materia così complessa", ha aggiunto Stefano Messina secondo cui tale metodo "non poteva che portare a una soluzione normativa pasticciata, che oltre a riportare il mercato dei servizi portuali indietro di 30 anni, si pone in evidente contrasto con la normativa antitrust nazionale e comunitaria circostanza che ci condurrà ad una stagione di contenziosi che non gioverà certo al nostro settore".

Per quanto riguarda il rinnovo del CCNL, entrambi i Presidenti hanno ricordato che l'interruzione della trattativa per il rinnovo non è stata determinata dalla volontà delle Associazioni datoriali quanto piuttosto dalla proclamazione dello sciopero da parte delle OO.SS. pur in presenza di incontri già convocati.

Ogni futura discussione sulla parte economica del rinnovo contrattuale - proseguono le sue associazioni in una nota - dovrà tener conto del drammatico impatto che la pandemia continua a determinare sull'industria armatoriale.
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