(Teleborsa) - Il
rimbalzo post lockdown migliore del previsto consentirà al
PIL italiano di chiudere il 2020 "solo" a
-9,6%. Nel 2021 la ripresa segnerà
+6,2% e nel 2022
+2,8%, con recupero dei livelli pre-crisi nel
2023. E' quanto indica un aggiornamento delle previsioni macroeconomiche di
Prometeia, secondo cui la crisi da Covid-19 ha portato l'economia italiana ai livelli di
"benessere economico" degli anni '90.
Trai
settori più esposti al contagio, servizi come l’alloggio, la ristorazione, l’intrattenimento perderanno a fine anno tra il
30% e il 35% del valore aggiunto. Meno
penalizzati, ma comunque in territorio negativo, telecomunicazioni, utility e l’intermediazione finanziaria. Differenze anche all’interno dell’industria: l’automotive sarà tra i settori più penalizzati chiudendo il 2020 con una caduta del valore aggiunto nell’ordine del 35%, mentre saranno i settori che producono beni essenziali, come la
farmaceutica e l’alimentare, a presentare la performance migliore. Nel 2021 il valore aggiunto di tutti i
macro-settori tornerà positivo.
Prometeia, in particolare, prevede che i fondi del
Next Generation Ue "verranno utilizzati dall'Italia solo al
70% del totale, a causa delle storiche difficoltà del nostro Paese a scegliere e portare a termine progetti di investimento con scadenze cosi' stringenti", definendoli una "opportunità storica", ma vede "tante criticità per l'Italia", che riuscirà a utilizzare solo 145 miliardi (il 70% appunto) dei fondi messi a disposizione, "contribuendo così ad una crescita aggiuntiva del PIL di 1,7 punti percentuali al termine dell'orizzonte di previsione nel 2023".
SUL MES - "Visto però il probabile mismatch temporale tra impegni di spesa e disponibilità dei fondi del Next Generation EU all’inizio del prossimo anno,
è opportuno accedere anche al Mes, che permetterebbe di risparmiare in spesa per interessi”.