(Teleborsa) - Trovata l'intesa nella maggioranza sul testo della risoluzione sulla
riforma del MES, si è aperta subito un'altra crisi all'interno dell'esecutivo.
Conte e Renzi sono allo
scontro frontale sulla
governance per il Recovery fund, e queste tensioni hanno fatto saltare il Consiglio dei ministri pomeridiano previsto per ieri. Italia Viva contesta infatti sia il
metodo di Conte, che per IV fa tutto da solo, sia l'ampia
task force da 300 persone e la struttura di commissari che dovrebbe supervisionare i progetti da finanziare con i 209 miliardi di euro in arrivo dall’Unione Europea.
"La struttura di Conte pensa a
moltiplicare le poltrone, ma non va a dare una mano ai disoccupati, ai negozi chiusi, a chi soffre. Se le cose rimangono come sono voteremo contro. Per noi un ideale vale più di una poltrona. Circa il rischio di una rottura, spero proprio di no, ma temo di sì", ha detto
Matteo Renzi al TG2. "Ovviamente noi ci auguriamo che non sia apra una crisi di governo, ma come siamo stati e siamo responsabili noi, ci auguriamo che lo sia anche il presidente Conte e che ci ascolti perché
non si può sostituire il governo con una task force, c’è bisogno di rispetto per istituzioni democratiche del nostro paese", rincara la dose
Maria Elena Boschi a Ottoemezzo.
Secondo il piano di Conte, contestato da Italia Viva, lui stesso, il ministro dell’Economia Roberto
Gualtieri e il ministro dello Sviluppo economico Stefano
Patuanelli sarebbero a capo della
struttura di controllo dei progetti per l’accesso ai fondi UE, che prevede di avvalersi anche di
6 commissari (uno per ogni ambito di intervento individuati). Italia Viva, che per il momento è esclusa da queste nomine, ha criticato questa impostazione: non è chiaro l'inquadramento giuridico di queste figure, i loro poteri rispetto ai ministri e il loro rapporto con le strutture ministeriali. A coordinare i lavori della
task force di 300 persone e 6 commissari, di concerto con Conte-Gualtieri-Patuanelli, sarà poi un organo politico, il
Comitato interministeriale affari europei, guidato da Enzo Amendola, ministro degli Affari europei, che sta già seguendo il dossier e preparando le proposte per l'Europa.
Il PD cerca di placare le polemiche, con Andrea
Orlando, vice segretario del partito, che scrive su Twitter: "
Abbassare i toni, pesare le parole, coinvolgere ed includere. Il Paese è già molto provato e non ha bisogno di altri conflitti. Lavoriamo insieme per spendere bene e rapidamente tutte le risorse disponibili". "In un momento come quello che stiamo attraversando, a tutte le forze che sostengono il Governo è chiesto
senso di responsabilità. Oggi più che mai - ha invece dichiarato il capo delegazione M5S al governo Alfonso
Bonafede - Il confronto sul Recovery plan e la sua governance non è mancato e non mancherà.
Anche Forza Italia è invece a favore di una discussione più aperta e ampia. "Se il progetto di Renzi è buono lo dico, Italia innanzi tutto. Ben venga una
bicamerale, un luogo in Parlamento per trovare le soluzioni migliori", ha detto il vicepresidente di FI, Antonio Tajani, anche se sembra improbabile che la proposta della bicamerale possa essee accolta.