(Teleborsa) - Ufficialmente iniziato il
conto alla rovescia. Ore di lavoro intenso tra negoziatori di
Regno Unito e Unione Europea, David Frost e Michel Barnier in testa, al lavoro per portare a casa un
faticosissimo accordo commerciale: funzionari europei fanno sapere che una decisione, in un modo o nell'altro, arriverà comunque prima di Natale.
L'opzione
No Deal - la più temuta e anche quella da scongiurare a tutti i costi - resta ancora
saldamente sul piatto ma molti dei nodi sono stati sciolti. La trattativa, però, resta incagliata sulla
pesca. "L'UE rimane impegnata a favore di un
accordo equo, reciproco ed equilibrato. Rispettiamo la
sovranità del Regno Unito. E ci aspettiamo lo stesso", scrive Barnier su twitter.
Fino ad oggi, nell'ambito della politica comune della
pesca le flotte dei paesi dell'UE possono pescare, nell'ambito di un regime di quote, fino a
12 miglia nautiche dalla costa del Regno Unito, mentre dal momento in cui il Regno Unito diventerà completamente uno stato terzo rispetto all'UE, questo intende riprendere il controllo dei diritti di pesca fino a 200 miglia nautiche dalla propria costa nel mare del Nord Atlantico.
Londra, che spinge per una ripartizione 80-20 per cento a suo favore nella sua zona di competenza, oltre al diritto esclusivo per i pescherecci britannici nell'area tra le 6 e le 12 miglia nautiche dalla propria costa, chiede una percentuale della quota di pesce catturato da imbarcazioni UE nella zona economica esclusiva del Regno Unito del
60% mentre l'UE ha offerto tra il
15 e il 18% salvo poi arrivare, venerdì scorso al
25%, proposta finale, già difficile da accettare per Paesi come
Francia e Danimarca - il blocco che aveva inizialmente suggerito il 18%.