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Mutui, effetto covid: tassi ancora ai minimi storici

Cresce importo medio richiesto, piani di rimborso più lunghi

Economia
Mutui, effetto covid: tassi ancora ai minimi storici
(Teleborsa) - L’emergenza sanitaria continua a impattare fortemente sull’andamento economico nazionale e internazionale, con conseguenze significative anche sul mercato dei tassi e delle offerte di mutuo destinate a privati e famiglie. E' quanto emerge dalla nuova edizione della Bussola Mutui, il bollettino trimestrale firmato CRIF e MutuiSupermarket.it nella quale si rileva che "nel mese di marzo, gli spread sui mutui a tasso fisso hanno raggiunto nuovamente valori prossimi ai minimi storici di sempre. Ad esempio, per un’operazione di mutuo da 140.000 euro con durata 20 anni e valore immobile di 220.000 euro, i migliori spread si mantengono allo 0,8% per i mutui a tasso variabile e dallo 0,3% a poco sopra lo 0,1% per quelli a tasso fisso".


La riduzione degli spread sui mutui a tasso fisso - si legge - non risulta però pienamente visibile per privati e famiglie, in quanto quasi interamente controbilanciata da un aumento degli indici IRS sullo stesso periodo.



Anche nel primo trimestre 2021 trova conferma la forte convenienza dei mutui a tasso fisso che rappresentano la grandissima parte delle richieste soprattutto nel canale online: l’85% del totale. Dall’analisi della ripartizione delle richieste per finalità di mutuo emerge uno spiccato ritorno di interesse sul tema acquisto casa.

Il ritorno di interesse verso l’acquisto di un’abitazione, alimentato da un clima di fiducia in lento e costante miglioramento, si traduce anche in un incoraggiante incremento dell’importo medio richiesto per i nuovi mutui che a livello di sistema si attesta a 136.656 euro (+2,6% rispetto al corrispondente periodo 2020). Si tratta del valore più elevato a partire dal 2013 ad oggi. Dato che si accompagna, però, alla crescente propensione degli italiani a privilegiare piani di rimborso più lunghi in modo da minimizzare il peso delle rate sul reddito disponibile per non correre il rischio di non riuscire a rimborsare regolarmente le rate del finanziamento.

Passando al mercato immobiliare, i dati dell’Agenzia delle Entrate evidenziano una ripresa del numero di compravendite sul quarto trimestre 2020, con una crescita del +8,8% rispetto al quarto trimestre 2019. L’andamento del valore dei nuovi immobili nel primo trimestre 2021 è stato caratterizzato da una crescita del prezzo al metro quadrato del +3,3% a fronte di un’ulteriore contrazione del -1,2% per gli immobili usati. Complessivamente nel primo trimestre 2021 il prezzo/mq degli immobili oggetto di garanzia di mutuo ipotecario registra dunque una riduzione pari al -0,9%.
A livello geografico, le contrazioni dei p/mq maggiori si registrano nel Nord Est e Centro Italia, rispettivamente con un -3,3% e un -1,7% rispetto al primo trimestre 2020, mentre nel Nord Ovest e nel Sud e Isole il trend resta positivo e segna rispettivamente un +1,8% e +1,3%.

"Come atteso, il primo trimestre 2021 mostra un significativo ritorno di interesse sul tema acquisto casa, la cui domanda di mutuo risulta rappresentare il 61% del totale richieste raccolte sul canale online. Una dinamica spiegata non solo dal progressivo esaurimento del bacino dei mutuatari interessati a surrogare il proprio mutuo, ma anche da un rinnovato desiderio da parte di privati e famiglie di investire sul bene casa. A sostenere l’interesse, contribuiscono un clima di fiducia in lento ma progressivo miglioramento e condizioni dei prezzi, sul mercato mutui e immobiliare, che possono definirsi prossimi all’ideale -commenta Stefano Rossini, Amministratore e Fondatore di MutuiSupermarket.it. Per quanto riguarda l’andamento atteso, ogni previsione dipenderà necessariamente dall’evoluzione dello scenario a livello economico e sanitario. Fattori come il futuro raggiungimento dell’immunità di gregge, le nuove politiche
economiche di investimento legate all’arrivo del Recovery Fund, il perdurare di una politica monetaria espansiva e il liberarsi di ingenti risparmi accumulati dalle famiglie durante il periodo di emergenza sanitaria, potrebbero innescare nuove dinamiche di ripresa con impatti positivi a catena sul mercato immobiliare e dei mutui. Allo stato attuale risulta però quanto mai difficile prevedere le tempistiche di tali potenziali dinamiche di miglioramento, che dovrebbero progressivamente manifestarsi in maniera sempre più distinguibile nel corso dei prossimi trimestri".

"Nel corso del 2020 il mercato immobiliare italiano ha evidenziato una tenuta insperata" - afferma Stefano Magnolfi, Executive Director di CRIF Real Estate Services. “All’indomani dello scoppio della pandemia, infatti, si temeva una riduzione delle compravendite di abitazioni anche superiore al 20%, interrompendo bruscamente un periodo di crescita sui volumi transati che durava da oltre 5 anni. A consuntivo, invece, la flessione si è ‘limitata’ al -7,7% con un rimbalzo significativo nella seconda parte dell’anno, a fronte di un miglioramento generale del clima di fiducia delle famiglie, complici gli aiuti governativi e la scoperta dei vaccini. Da notare che l’acquisto di abitazioni si è rivolto più diffusamente alle città minori, con incrementi a due cifre sugli scambi. Questo a sottolineare la crescente propensione delle famiglie verso un acquisto immobiliare decentrato, e che privilegia maggiori spazi a disposizione, maggiore sostenibilità e migliore qualità della vita a fronte di prezzi ben inferiori a quelli dei grandi centri urbani. La nostra sensazione è che qualcosa sia cambiato nell’approccio e nei criteri di scelta nei confronti dell’investimento immobiliare. Di certo il tema delle prestazioni energetiche della casa sarà fra i fattori che maggiormente condizioneranno il mercato nei prossimi anni. Il Superbonus 110%, che da
subito ha suscitato un notevole interesse, si sta nei fatti rivelando ostico sul piano attuativo (a metà marzo si registrano investimenti per 800 milioni di euro a fronte degli 11 miliardi di euro stanziati dal Governo per questa misura) e, se non si dovessero realizzare le semplificazioni e le proroghe da tutti auspicate, si rischierebbe di sprecare un’occasione straordinaria per mettere mano al vetusto patrimonio immobiliare italiano” - conclude Magnolfi.
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