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Fed cosa aspettarsi: exit strategy più vicina?

Finanza
Fed cosa aspettarsi: exit strategy più vicina?
(Teleborsa) - Il giorno della Fed è arrivato: cosa farà la banca centrale USA? La domanda ricorre da tempo, muovendo a fasi alterne i mercarti, sulle aspettative circa l'inflazione ed i suoi riflessi sulla politica monetaria. Il FOMC, comitato di politica monetaria della Federal Reserve, stando alle attese prevalenti, non dovrebbe annunciare stasera alcuna novità, salvo iniziare a fornire una tempistica per l'eventuale annuncio di un graduale ritiro - il famoso "tapering" - del maxi piano anti pandemico.

A supporto della strategia le previsioni macroeconomiche aggiornate, che saranno annunciate stasera, ed i recenti dati dell'inflazione, che sembrano confermare quanto più volte ribadito dalla banca centrale USA: la tensione sui prezzi è temporanea e dovuta solo ad alcuni fattori.

Il nodo inflazione

I prezzi hanno registrato una improvvisa impennata quest'anno, ma in buona parte il rialzo è da attribuire a fattori temporanei, all'aumento dei prezzi dell'energia ed alla scarsità delle materie prime, causata da tagli effettuati in piena pandemia. Una situazione che, assieme alle aspettative che sono ancora al ribasso, dovrebbe consentire ai banchieri della Fed di "dormire sonni tranquilli" perché non si parla di un aumento generalizzato dei prezzi e quindi di inflazione in senso proprio.

Da considerare che la Fed, più che osservare l'andamento dei prezzi al consumo (CPI), guarda con attenzione al potere d'acquisto (indice PCE e PCE core), che meglio rappresenta il meccanismo di trasmissione dell'inflazione sui consumi. Questo ad aprile ha raggiunto un picco del 3,1%, ma l'aumento come detto è dovuto a fattori temporanei e non si riflette sulle aspettative, che restano agganciate al range 2-2,5%.

Il braccio di ferro

La situazione è così fluida da riflettersi in aspettative ben diverse anche all'interno del Board. Diversi membri del FOMC, i cosiddetti "falchi" stanno premendo per stringere un po' i rubinetti, scontrandosi con chi, in via più prudenziale, attende un chiaro segnale dell'assenza di nuovi shock e di aumento dell'inflazione.

Il vicepresidente Richard Clarida, di recente, ha anche fatto cenno ad un approccio di risk management alla politica monetaria, che tenga conto di vari scenari e delle relative probabilità.

Le attese degli analisti

Mirabaud AM ritiene che "gran parte dell’attenzione si concentrerà sulla questione della "transitorietà" dell'inflazione - in particolare se alcuni membri del board decideranno di spostare in avanti le loro proiezioni sull'aumento dei tassi". "Il secondo elemento focale - importante per gli attori del mercato - si concentrerà sul tapering" ed "il terzo e ultimo punto riguarda una questione tecnica e si concentra sui tassi a breve termine" che "sono a livelli estremamente bassi".

Per PIMCO la Fed adotterà un "dot plot" più "falco", vale a dire che "la maggior parte dei funzionari della Fed anticiperà anche le proiezioni per il primo aumento dei tassi al 2023 (rispetto a marzo 2024)". Inoltre, ritiene che "Powell potrebbe lanciare l'idea di ridurre gli acquisti di obbligazioni alla riunione di settembre", anche se le attese prevalenti indicano ancora "un annuncio di tapering alla riunione di dicembre".

Infine, Allianz crede che la Federal Reserve potrebbe utilizzare questa riunione per confermare che "non è necessario normalizzare la politica monetaria degli Stati Uniti". Non è escluso però che il Presidente Powell possa "cambiare il tono della sua comunicazione", poiché si ritiene che "il suo recente commento secondo cui 'la Fed non sta nemmeno pensando di avviare il tapering' non è più appropriato nel contesto di una forte prospettiva di crescita".
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