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Le Maire, regola 60% debito/PIL "ormai un po' obsoleta"

Serve più realismo, ha detto il Ministro dell'economia francese

Economia
Le Maire, regola 60% debito/PIL "ormai un po' obsoleta"
(Teleborsa) - L'obiettivo di Maastricht del 60% nel rapporto debito pubblico/PIL è "ormai un po' obsoleto", in una Eurozona in cui lo scarto fra un Paese e l'altro per questo indicatore può arrivare fino a 100 punti percentuali; inoltre, ci sarà bisogno di investimenti pubblici ingenti per portare a compimento la transizione climatica e ambientale e per realizzare l'autonomia strategica dell'UE, e dunque occorre modificare il Patto di Stabilità con nuove regole più "realistiche", e che siano disegnate in modo da servire agli obiettivi politici dell'Unione. E' quanto ha detto, in sostanza, il ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire, rispondendo ai giornalisti al suo arrivo alla riunione dell'Eurogruppo oggi a Bruxelles.



"E' utile - ha chiesto - il dibattito sulla riforma del Patto di stabilità? Certo, perchè - ha risposto - vediamo bene che all'indomani della crisi le situazioni sono molto diverse da quelle che avevamo prima della crisi. Guardate i livelli di del debito pubblico: avevamo un differenza di 30-40 punti percentuali al massimo fra i paesi piu' indebitati dell'Eurozona e gli altri Stati membri" prima della crisi pandemica. "Oggi, all'uscita della crisi gli scarti raggiungeranno i 100 punti percentuali fra certi Stati membri dell'Eurozona. Quindi non possiamo considerare che la situazione sia la stessa: lo status quo è impossibile", ha affermato il ministro.

"Prima di pensare alle regole - ha osservato ancora Le Maire - dobbiamo chiederci qual è il nostro obiettivo politico, a che servono queste regole, perchè vogliamo queste regole. Qual è al fondo l'obiettivo politico dell'Eurozona e dell'Unione europea? In generale, io penso che all'uscita della crisi uno degli elementi chiave per l'Eurozona sia quello di essere capaci di investire e di innovare, sia per riuscire nella transizione ecologica, che ha bisogno di investimenti considerevoli, sia per mantenere la nostra indipendenza tecnologica di fronte alla Cina e agli Stati Uniti, in particolare su certi elementi strategici come i semiconduttori, i vettori di lancio spaziali o l'intelligenza artificiale. Sono queste le due poste in gioco politiche dietro la riforma del Patto di Stabilità".


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