(Teleborsa) - La BCE continua a pensare che "
non dovrebbe esserci automatismo nelle decisioni sui rialzi dei tassi ed è stato prudente mantenere la flessibilità e l'opzionalità al riguardo fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza sull'impatto della guerra Russia-Ucraina sulle prospettive di inflazione a medio termine". Lo si legge nei
verbali della riunione della Banca centrale europea del 9 e 10 marzo. "In tale contesto, non è stato ritenuto né necessario né consigliabile pervenire a una conclusione ferma, nella fase attuale, sul fatto che le tre condizioni di orientamento prospettico fossero già state soddisfatte", viene sottolineato.
"Sebbene sia stato ritenuto appropriato trasmettere l'idea che il Consiglio direttivo intendesse guadagnare spazio aggiuntivo per valutare le condizioni per un rialzo dei tassi dopo la fine degli acquisti netti, è stato anche sottolineato che è necessario mantenere la massima facoltatività e flessibilità - viene evidenziato - In particolare, è stato
importante evitare qualsiasi errata interpretazione della nuova formulazione in quanto al lungo divario tra la fine degli acquisti netti e un iniziale rialzo dei tassi".
I membri del Governing Council hanno convenuto che il percorso per i tassi di interesse di riferimento della BCE "continuerà a essere determinato dalla guida prospettica in modo dipendente dai dati e dall'impegno strategico a stabilizzare l'inflazione al 2% nel medio termine". Inoltre, c'è stato un ampio sostegno "alla
nozione di gradualismo, considerato un principio consolidato di sana politica monetaria e coerente con la prudenza in un contesto di accresciuta incertezza".
I banchieri centrali hanno anche discusso degli effetti della guerra i Ucraina. "Una contrazione economica dovuta alla guerra Russia-Ucraina potrebbe portare a un
mercato del lavoro più debole, come osservato negli anni '80 - viene sottolineato - Il conseguente calo dei redditi potrebbe portare a un'ulteriore debolezza economica, compresa la pressione al ribasso sull'inflazione".
Tuttavia, l'economia dell'area euro entra in questa nuova crisi con fondamentali migliori rispetto a marzo 2020, e quindi la BCE ha ricordato che "la guerra Russia-Ucraina, insieme alle sanzioni economiche e finanziarie, non può essere paragonata alla chiusura dell'economia mondiale nel marzo 2020".
I costi energetici costantemente elevati, insieme a una perdita di fiducia, potrebbero comunque trascinare al ribasso la domanda più del previsto e limitare i consumi e gli investimenti. In questo contesto, è stato affermato che "la guerra ha costituito uno
shock stagflazionistico, che ha comportato un'attività più debole e una maggiore inflazione nel breve termine. Tuttavia, dato il punto di partenza estremamente forte e l'ancoraggio delle aspettative di inflazione a medio termine, era
difficile vedere come questo shock potesse spingere l'economia dell'area euro verso la stagflazione".