(Teleborsa) -
UniCredit ha registrato
ricavi netti in aumento dell'8,6% anno su anno
in Italia nel primo trimestre del 2022, pari a 2,3 miliardi di euro, trainati dal forte sviluppo delle commissioni, in crescita del 6,3% anno su anno. Il ricavi netti dell'intero gruppo sono stati di 3,7 miliardi di euro nel periodo, come emerso dai
risultati consolidati presentati questa mattina
dall'amministratore delegato Andrea Orcel. Considerando l'Italia, i 52% dei ricavi deriva da
commissioni, "in coerenza con l'attenzione posta da UniCredit Unlocked sulla generazione di ricavi da prodotti capital-light", sottolinea la banca
La crescita è particolarmente significativa nei
prodotti ad alta redditività e basso assorbimento di capitale: +35% client risk management, +12% transactions and payments, +34% protection. Aumentata anche l'efficienza, sempre sul mercato italiano, con un rapporto tra costi e ricavi sceso al 44,2%. Ulteriormente aumentato a 167 miliardi di euro il valore medio dei prestiti commerciali performing, mentre rimane alta la qualità della nuova produzione di prestiti, con un costo del rischio relativo al trimestre addirittura negativo, pari a -2bps.
Il
margine operativo netto è in crescita dell'84,5% trimestre su trimestre a 1,264 miliardi di euro. L'
utile netto si attesta a 593 milioni di euro, in crescita dell’82% trimestre su trimestre. Quanto sopra ha generato in maniera organica 28 punti base di capitale, producendo un forte
ritorno sul capitale allocato (RoAC) al 13,5%, tra i migliori all’interno delle geografie in cui opera il gruppo. Gli attivi ponderati per il rischio (RWA) sono stati ridotti di 1,6 miliardi di euro grazie a un’attenta gestione del portafoglio (degli impieghi).
"L'Italia, come geografia autonoma, ha dimostrato una volta di più la forza della sua rete, conseguendo nel primo trimestre 2022 una robusta crescita organica e
guadagnando quote di mercato nei prodotti a maggiore valore aggiunto", si legge in un commento della banca alle performance nel paese. Le quote di mercato di Unicredit nei prodotti a maggiore valore aggiunto in Italia sono "considerevolmente più alte" rispetto alla quota di mercato della banca nei prestiti: sono infatti intorno al 12% sia nella protezione che nei presiti personali, sopra il 17% nelle assicurazioni vita e sopra il 40% nelle unit linked, contro una quota di mercato sopra il 10% nei prestiti.