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Insurtech, investimenti avanti tutta ma lontani da colmare gap con UE

Assicurazioni, Finanza
Insurtech, investimenti avanti tutta ma lontani da colmare gap con UE
(Teleborsa) - Gli investimenti nell'insurtech, in Italia, hanno totalizzato 250 milioni di euro nel secondo semestre 2022, portando il totale dell'anno a 450 milioni di euro, in aumento rispetto ai 280 milioni del 2021 anche se 50 milioni in meno rispetto alle stime dell'Italian Insurtech Association (IIA).

Nonostante questa forte accelerata, il volume degli investimenti in Insurtech in Italia risulta ancora insufficiente rispetto ad altri Paesi europei, con Gran Bretagna, Germania che investono circa 3 miliardi di euro, e la Francia, subito davanti a noi, con oltre 2 miliardi investiti in Insurtech nell’ultimo anno, di cui circa 800 milioni in startup innovative.

A dispetto del periodo di incertezza macroeconomica e della crescita dell’inflazione, l'Italian Insurtech Association resta ottimista sul mercato italiano e fiduciosa sul raggiungimento di 1 miliardo di euro investiti entro il 2023.

La suddivisione degli investimenti avuti nel settore si suddivide in: 250 milioni di euro per l'innovazione interna alle compagnie assicurative, 120 milioni per collaborazioni con tech companies e 80 milioni investiti in startup innovative.

Nel 2022 gli investimenti in Venture Capital hanno raggiunto e superato il traguardo di 2 miliardi di euro, con le startup e scaleup italiane che hanno segnano un +67,3% di investimenti rispetto al 2021, in controtendenza rispetto a ecosistemi più maturi in Europa, quali Regno Unito e Germania, dove i volumi investiti sono rimasti sostanzialmente stabili. Sebbene questa importante spinta, solo il 4% degli investimenti di Venture Capital è stato destinato a startup del mondo Insurtech.

"La trasformazione del settore è quindi in atto, ma bisogna lavorare ancora molto per colmare il gap rispetto a quanto avviene a livello internazionale soprattutto per quanto riguarda gli investimenti in startup", afferma Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di IIA, che aggiunge "il mercato assicurativo italiano rimane molto appealing per player stranieri, a causa della bassa penetrazione e della bassa digitalizzazione. Questo si traduce con un numero sempre maggiore di aziende straniere che atterrano in Italia, nel biennio 2021/22 sono stati 50 le società straniere entrate nel nostro mercato, e si prevede che nel prossimo biennio ne entreranno altrettante.”

Per arginare questo rischio la filiera deve evolvere e ridurre il gap di competenze esistente, soprattutto per quanta riguarda profili dal forte impatto innovativo: ingegnere robotico, esperti di analisi dei dati e in cybersecurity, cloud architect, ecc. (circa 7 mila i profili innovativi ricercati dalle grandi compagnie assicurative italiane nel 2022 e si stima che saliranno a 13 mila nel corso del 2023). La digitalizzazione del settore poi è vista come una priorità da tutti i protagonisti della filiera: oggi l’80% dei manager ritiene infatti centrale l’evoluzione digitale del mercato, (era il 65% 12 mesi fa). Aumenta anche la percentuale di intermediari assicurativi, il 69% (contro il 44% di fine 2021), che vedono la digitalizzazione come un’importante opportunità per supportare al meglio il proprio lavoro, e non più come un pericolo di disintermediazione verso il cliente.
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