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Francia, milioni di persone in piazza contro la riforma delle pensioni

Economia
Francia, milioni di persone in piazza contro la riforma delle pensioni
(Teleborsa) - La protesta contro la riforma delle pensioni in Francia fa centro: sono scese in piazza ieri quasi 1,4 milioni di persone in tutto il Paese, mentre nella sola Parigi si sono contati 700mila partecipanti.

Il leader del sindacato CFDT Laurent Berger l'ha definita una "mobilitazione storica", segnalando che si sono contati il 20% in più dei manifestanti della protesta svoltasi a fine gennaio. In quell'occasione furono vennero conteggiati 1,27 milioni di partecipanti in base alle fonti ufficiali delle forze dell'ordine e 2,5 milioni di partecipanti secondo fonti sindacali. Se la cifra reale fosse 1,27 milioni si parlerebbe di 1,4 milioni di persone in piazza, un grande numero.

Solo a Parigi sarebbero scese in piazza 700 mila persone e non sono mancati momenti di tensioni e scontri fra polizia e manifestanti, con il lancio di pallottole di gomma e gas lacrimogeni da una parte e di oggetti contundenti dall'altra. La giornata si è chiusa con ben 11 arresti nella Capitale. I sindacati si apprestano ora ad indire una nuova tornata di scioperi e proteste per sabato 11 marzo.

Le proteste sono partite a fine gennaio dopo l'annunciata riforma pensionistica di Macron, che prevede un innalzamento dell'età da 62 a 64 anni. La misura dovrebbe portare in cassa circa 17 miliardi entro il 2030 ed evitare l'aumento del deficit del sistema pensionistico.

La riforma nasce anche dall'esigenza di allinearsi all'aumento dell'aspettativa di vita in tutta l'UE. In Francia, l'aspettativa di vita oggi è pari a 83 anni per le donne e 77 per gli uomini, ma si fa notare che l'aspettativa di vita "in buona salute" è sensibilmente più bassa e pari a 65 anni per le donne e 63 per gli uomini.

C'è poi la necessità di armonizzare gradualmente i sistemi pensionistici in Europa, riallineando l'età pensionabile vigente nei vari Paesi UE, visto che in Paesi come la Germania e l'Italia si va in pensione molto più tardi a 67 anni e in altri, come la Slovacchia, troppo presto.
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