(Teleborsa) - Lo scorso anno nel mondo gli investimenti nelle rinnovabili hanno raggiunto il record di
495 miliardi di dollari, mentre nei prossimi cinque anni si prevede che verrà installata una
potenza rinnovabile pari a quella degli ultimi venti. L’Europa corre con il valore record del 2022 di nuova capacità fotovoltaica di
41,4 GW (47% in più rispetto al record del 2021) e anche l’Italia con 2,5 GW fotovoltaici sta recuperando rispetto alla stasi degli ultimi anni. E allora, chi sono nel nostro Paese gli attori impegnati per vincere la sfida dello sviluppo delle rinnovabili in vista dell’obiettivo della carbon neutrality al 2050? In quali segmenti della filiera si collocano e in quali territori?
A queste domande ha risposto
Filiere del futuro: rapporto sulla geografia produttiva delle rinnovabili in Italia promosso e realizzato da
Fondazione Symbola e
Italian Exhibition Group, in collaborazione con le principali Associazioni di categoria del comparto, e presentato oggi a K.EY nel corso di un panel presieduto da
Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, e moderato da
Gianni Silvestrini, presidente del CTS di K.EY.
Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, ha dichiarato: “Puntare sulle rinnovabili e sull’efficienza fa crescere il Paese, dà forza all’economia, lo rende più libero. Come è scritto nel 1° Rapporto sulla geografia produttiva delle rinnovabili in Italia, promosso e realizzato da Fondazione Symbola e Italian Exhibition Group, sono
21.378 imprese che dichiarano attività legate alla filiera delle rinnovabili. Guardando ai
territori, quasi un terzo delle imprese si concentra in Lombardia, Lazio e Veneto. C’è un’Italia che eccelle in molti segmenti della
nuova economia sostenibile e il nostro Paese dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, la sua identità con un modo tutto italiano di fare economia: che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, capacità di parlare al mondo senza perdere legami con territori e comunità, flessibilità produttiva e competitività. C’è molto da fare ma da qui possiamo partire per affrontare non solo i nostri mali antichi ma il futuro e le sfide che ci pone. Possiamo farlo dentro la missione che si è data l’Europa con il
Next Generation EU, per rispondere alle crisi tenendo insieme coesione, transizione verde, digitale. Dobbiamo farlo rafforzando nel mondo un percorso di cooperazione e di pace oggi indebolito. Per costruire insieme, senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno, un mondo più sicuro, civile, gentile come è scritto nel
Manifesto di Assisi”. Il rapporto rappresenta un primo tentativo di identificazione ad ampio raggio delle imprese attive e potenzialmente attive nella
filiera. L’approccio, pur portando a numeri significativi, non rileva le imprese individuali e sottostima l’apporto delle imprese di piccole dimensioni. Ambiti che porterebbero a numeri maggiori rispetto a quelli stimati e su cui verranno fatte analisi di dettaglio nelle prossime edizioni. Il Rapporto dipinge un quadro articolato dal punto di vista settoriale, che pone in risalto i diversi
ambiti di intervento delle imprese nella filiera delle rinnovabili, dalla installazione e manutenzione (44,1%), al commercio (14,1%), alla manifattura (11,2%), alla produzione di energia (7,2%), alla consulenza, collaudo e monitoraggio (7,1%).
Lombardia, Lazio, Veneto, Campania ed Emilia-Romagna costituiscono nell’insieme il 53,6% del totale delle imprese individuate. A
livello provinciale Roma è prima (1.735 imprese, 8,1% del totale nazionale), con un risultato fortemente condizionato dalle attività di installazione, seguita da Milano (1.510, 7,1%), Napoli (833, 3,9%),Torino (659, 3,1%) e Brescia (542, 2,5%). Guardando al
segmento manifatturiero legato allo sviluppo di prodotti, componenti e macchinari emerge Milano con 116 imprese (4,8% del totale nazionale), seguita da Brescia (108, 4,5%), Vicenza (101, 4,2%), Padova (84, 3,5%) e Treviso (79, 3,3%). Un tessuto di imprese distribuito sul territorio in tutti i segmenti della filiera, dove emergono esperienze di rilievo come la più grande gigafactory d’Europa per la produzione di moduli fotovoltaici (3 GW all’anno) che sarà attiva dal 2024 a Catania.