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Russia schiva le sanzioni. Economia resiliente?

Le parole del fondatore di Rusal stupiscono gli osservatori pe r'eccessivo ottimismo circa lo stato dell'economia russa

Economia
Russia schiva le sanzioni. Economia resiliente?
(Teleborsa) - L'economia della Russia dà prova di resilienza, tanto che le organizzazioni economiche sovranazionali hanno migliorato le previsioni di crescita dell'economia per quest'anno ed il prossimo, a dispetto dell'impatto negativo delle sanzioni, ma persistono dubbi che la situazione non sia poi così rosea. "L'economia russa ha dimostrato la sua resilienza nonostante gli effetti della guerra e delle sanzioni imposte dall'Occidente", ha detto al l'oligarca russo Oleg Deripaska, fondatore del colosso dell'alluminio Rusal, al quotidiano britannico Financial Times, spiegando di esser stato "sorpreso" dalla grande tenuta del settore privato.

"Sono rimasto sorpreso dal fatto che le imprese private siano state così flessibili. Ero più o meno sicuro che fino al 30% dell’economia sarebbe crollata; invece ci è andata molto meglio", ha detto il ricco uomo d'affari vicino al Cremlino, aggiungendo "l'economia privata ha trovato il suo modo di operare e di farlo con successo".

Secondo il FT, le parole dell'oligarca "indicano una crescente fiducia tra l’élite di Mosca sul fatto che la Russia sia uscita relativamente indenne nonostante i timori che le sanzioni avrebbero potuto far crollare l’economia all’inizio della guerra". E tutto questo grazie al commercio con il "Sud del mondo" - parole di Deripaska - in particolar modo con la Cina, che al momento è in una fase di difficoltà economica, e grazie anche all'accelerazione degli investimenti nella produzione interna, che però non riesce da sola a soddisfare la domanda.

Il Fondo Monetario Internazionale, nel suo recente rapporto d''autunno, ha previsto che il PIL della Russia crescerà dell’1,5% quest’anno e dell’1,3% nel 2024. Putin è stato più ottimista la scorsa settimana, prevedendo una crescita del 2,8% quest’anno. E anche l'OCSE ha effettuato una netta revisione al rialzo delle previsioni, con un PIL indicato in crescita dello 0,8% quest'anno, mentre prima attendeva una recessione, ed in aumento dello 0,9% il prossimo (+1,3 punti in più sulle precedenti previsioni).

A dispetto di questo stato di salute, il rublo ha continuato a crollare sui mercati internazionali, tanto che la banca centrale è dovuta nuovamente intervenire alzando i tassi. dal 12% al 13%. Nell'annunciare la stretta monetaria, la banca centrale ha spiegato che "si sono cristallizzati significativi rischi inflazionistici, vale a dire una crescita della domanda interna superiore alla capacità di espansione della produzione e il deprezzamento del rublo nei mesi estivi".
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