(Teleborsa) - Dopo il confronto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il ministro Matteo Salvini i sindacati di base hanno confermato lo sciopero di 24 ore di
lunedì dei
mezzi pubblici. A riferirlo è il sindacato autonomo
Cub. Intanto oggi giornata di sciopero generale di
Cgil e
Uil sulla
manovra nel Nord Italia. Hanno incrociato le braccia, per otto ore o per l'intero turno le lavoratrici e i lavoratori delle regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta e Veneto. Sono stati esclusi dalla mobilitazione il trasporto pubblico locale e il pubblico impiego che hanno scioperato il 17 novembre.
Al corteo di Brescia partecipa il segretario generale della Uil,
Pierpaolo Bombardieri, al quale sono affidate le conclusioni. Il segretario generale della Cgil
Maurizio Landini era invece in piazza a Torino, dove si tiene il comizio conclusivo. La protesta di Cgil e Uil "
Adesso basta!" per alzare i salari, estendere i diritti e per contrastare la legge di bilancio, proseguirà con scioperi e manifestazioni il 27 novembre in
Sardegna e il primo dicembre nelle
regioni del Sud.
"Le scelte che il governo sta facendo sono sbagliate, stanno portando il nostro paese a sbattere. Non ci faremo intimorire, proseguiremo con la nostra
mobilitazione", ha dichiarato Landini. "Credo che la risposta più forte stia arrivando anche oggi dalla partecipazione fortissima con un'adesione altissima in tutte le 40 piazze. La
democrazia e i diritti si difendono praticandoli", ha aggiunto
Da Brescia, il segretario generale della Uil
Pierpaolo Bombardieri ha sostenuto che "si continua a provare ad impedire un diritto riconosciuto dalla Costituzione. Non può esserci qualcuno che dica 'non si può fare' se agiamo nel rispetto della legge. Quella di oggi a Brescia è una richiesta al governo ad ascoltare chi è in difficoltà e chi non è d'accordo". Secondo gli organizzatori, nella città lombarda sono presenti 15mila persone.
"Siamo in piazza anche oggi – ha sottolineato invece Bombardieri – perché restano irrisolti i problemi principali sociali ed economici del nostro Paese: la perdita del
potere d'acquisto dei salari e delle
pensioni, il mancato rinnovo dei contratti, la sicurezza sul lavoro, il fisco, la previdenza. Ecco perché abbiamo indetto questo sciopero generale che, come sempre, è stato fatto nel rispetto delle norme di legge".