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Eurozona, indici PMI: a dicembre l'attività scende a un tasso maggiore

Economia, Macroeconomia
Eurozona, indici PMI: a dicembre l'attività scende a un tasso maggiore
(Teleborsa) - I dati provvisori dell'indagine PMI di dicembre (realizzata da Hamburg Commercial Bank e S&P Global) indicano una contrazione più rapida dell'attività economica nell'eurozona, concludendo un quarto trimestre in cui la produzione è crollata al tasso più rapido in 11 anni, escludendo i primi mesi di pandemia del 2020. Ancora una volta, il calo si è osservato sia nel terziario che manifatturiero, con entrambi i settori che hanno riportato una contrazione maggiore dei nuovi ordini, causando un'ulteriore riduzione del lavoro inevaso.

Secondo le stime preliminari, l'indice PMI manifatturiero è rimasto stabile a dicembre a 44,2 punti, risultando inferiore ai 44,6 punti attesi dagli analisti. Una soglia che resta inferiore anche a quella critica di 50 e che denota ancora una contrazione dell'attività. Resta debole anche il PMI dei servizi, che scende a 48,1 punti rispetto ai 48,7 punti precedenti e si confronta con i 49 punti attesi. Di conseguenza, il PMI composito si porta a 47 punti dai 47,6 precedenti, attestandosi sotto il consensus (48 punti).

Fra le maggiori economie europee, la Germania mostra un miglioramento del PMI manifatturiero a 43,1 da 42,6 punti, contro un consensus di 43,2 punti e un calo del PMI sevizi a 48,4 da 49,6 (sotto il 49,8 atteso). In Francia, il PMI manifatturiero scivola a 42 da 42,9 (43,3 punti il consensus) e il PMI servizi scende a 44,3 da 45,4 (era atteso 46).

"I dati raccolti presentano ancora una volta un quadro sconfortante, con l'economia dell'eurozona che non mostra alcun segnale evidente di ripresa, registrando invece la sesta contrazione consecutiva su base mensile - ha commentato Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank - La possibilità che l'eurozona sia entrata in recessione dal terzo trimestre rimane quindi parecchio elevata".

"Rispetto al settore manifatturiero, quello dei servizi ha mantenuto una posizione relativamente stabile, contraendosi ad un tasso molto più lento, ciò è probabilmente attribuibile alla riduzione simultanea dell'inflazione dei prezzi al consumo associata ad un aumento dei salari superiore alla media - ha aggiunto - Questi fattori contribuiscono al rafforzamento del potere di acquisto delle famiglie, un elemento fondamentale per il settore dei servizi che solitamente è più orientato verso i consumatori. Malgrado ciò, non c'è nessuna evidenza che il settore dei servizi stia uscendo da questa tendenza insoddisfacente. Semmai il contrario, poiché sia i nuovi ordini che gli ordini in fase di lavorazione sono in calo ad un tasso più veloce".
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