(Teleborsa) - Il 2023 è stato il secondo anno migliore di sempre in termini di
profitti per il commercio di
materie prime, con ricavi superiori ai
100 miliardi di dollari e tanta liquidità da indirizzare in nuovi asset e per puntare a nuovi mercati. È questa l'analisi della società di consulenza Oliver Wyman che sottolinea come nonostante gli utili siano diminuiti rispetto ai record di successo del 2022, i profitti in tutto il settore hanno comunque eclissato i risultati precedenti, in linea con quelli registrati tra il 2008 e il 2009.
La
stima della società infatti è che i profitti delle più grandi società commerciali indipendenti mostreranno comunque un calo medio di oltre il 30% rispetto ai livelli record del 2022.
"Le aziende che acquistano, immagazzinano e spediscono le risorse mondiali stanno uscendo da quello che è stato il periodo più redditizio della loro storia con un enorme bottino di guerra per consolidare il loro ruolo di
fornitori strategici di energia, metalli e cibo mentre l’Occidente continua una transizione balbettante dai combustibili fossili, la cui domanda continua a crescere in tutto il mondo – spiega Investment News . – Hanno già acquistato raffinerie di petrolio, impianti di stoccaggio, centrali elettriche e persino altre società commerciali, ricevendo al contempo ingenti finanziamenti da paesi come Italia, Germania, Stati Uniti e Arabia Saudita per garantire la fornitura di beni essenziali come gas e rame".
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