(Teleborsa) - Il
Consiglio dei ministri – l'ultimo prima di Natale al netto della riunione 'lampo' che si svolgerà dopo l'ok alla manovra domani in Senato per la nota di variazione al bilancio – ha approvato il decreto con "disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2026" che consentirà lo svolgimento del
referendum confermativo sulla riforma costituzionale per la separazione delle carriere su due giornate: domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. La data della consultazione non è stata ancora fissata. All'ordine del giorno anche un disegno di legge delega in materia di politiche per i giovani e Servizio civile universale, l'esame definitivo del Testo unico delle disposizioni legislative in materia di imposta sul valore aggiunto e un decreto del presidente della Repubblica sul regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro della salute e dell'Organismo indipendente di valutazione della performance.
Nel corso del Cdm – ha fatto sapere il
ministro dello Sport, Andrea Abodi – alcun accenno alla manovra né al decreto armi che dovrebbe arrivare in Consiglio lunedì 29.
Approvato dal Cdm – ha fatto sapere Abodi – anche un disegno di legge delega per "determinare una riorganizzazione di tutta la materia relativa alle
politiche giovanili per dare una semplificazione e rendere ancora più efficace l'azione di governo, lavorando molto sulla centralità delle politiche giovanili, sull'efficientamento delle misure e sulla semplificazione. Il provvedimento prevede due deleghe legislative, una per il riordino e il coordinamento delle politiche nazionali per i giovani e l'altra per una revisione complessiva della normativa servizio civile. Il tempo che ci siamo dati è un tempo molto breve: 6 mesi. È un tempo che tiene conto da un lato del lavoro che abbiamo già svolto e dall'altro del tempo che abbiamo ancora a disposizione".
Per la prima volta – secondo quanto prevede il disegno di legge delega – verrà istituito, presso il
Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, l'Osservatorio permanente per le politiche per i giovani, quale nuovo organismo funzionale ad assicurare il coordinamento interistituzionale tra i diversi livelli di governo in materia di politiche per i giovani. Tra le principali novità anche la previsione di una
"Strategia nazionale per la gioventù", documento programmatico elaborato dall'Osservatorio, che individua le priorità strategiche, gli obiettivi e le linee di intervento condivise fra lo Stato e gli enti territoriali. Un provvedimento che per la prima volta contiene una disciplina nazionale in materia di politiche in favore delle giovani generazioni, oltre a una revisione complessiva della materia.
"Con questa legge delega – commenta
Abodi – si compie un passo di significativa importanza che ci permetterà di ridefinire le politiche dedicate ai giovani come un insieme sistematico di interventi e di misure organiche e al tempo stesso di facilitare il sistema del Servizio Civile Universale in un'ottica di migliore utilizzo e monitoraggio delle risorse pubbliche. I giovani rappresentano per il Governo Meloni una delle priorità ed è fondamentale saperli avvicinare, ascoltare, incontrare, saper con loro dialogare e ragionare, anche per individuare le misure, normative e progettuali, a disposizione o da configurare, per rispondere sempre più efficacemente alle loro esigenze e a mitigare gli impatti dei fattori critici. Elemento qualificante di questa legge delega non è solo rappresentato dalla semplificazione e il riordino normativo, ma anche e soprattutto dall'aver istituzionalizzato, per la prima volta, il coordinamento tra tutti gli attori di Governo che, nell'ambito delle specifiche competenze e deleghe, sono direttamente e indirettamente coinvolti in materia di politiche giovanili. Stiamo dando vita a un nuovo modello integrato che consentirà di stabilire un rapporto molto più proficuo e costante tra Governo e giovani generazioni, coordinando e ottimizzando le politiche e gli strumenti a loro dedicati, dei quali sarà sempre più importante valutare l'impatto, quando vengono elaborati, durante e dopo la loro attuazione, a ulteriore dimostrazione dell'impegno e dell'attenzione di questo Governo nei loro confronti".
Il Consiglio dei ministri ha approvato, infine, la
riforma dei porti, segnando un passaggio decisivo per il futuro della logistica e dell'economia marittima italiana. Con questo passaggio, afferma il
ministero di Infrastrutture e trasporti, "si dà il via ad una riforma attesa da anni, che introduce una visione unitaria, obiettivi chiari e responsabilità definite, ponendo le basi per un sistema portuale moderno, competitivo e pienamente integrato nelle grandi rotte del Mediterraneo e dell'Europa". Al centro del nuovo assetto vi è la nascita di
Porti d'Italia Spa – si legge in una nota del Mit –, una società pubblica partecipata dal ministero dell'Economia e delle Finanze e vigilata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, chiamata a svolgere un ruolo di regia nazionale. La nuova società sarà responsabile della gestione dei grandi investimenti infrastrutturali strategici, della manutenzione straordinaria, dell'individuazione delle opere di interesse economico generale e della promozione unitaria del sistema portuale italiano sui mercati internazionali.
Le
16 Autorità di Sistema Portuale restano pienamente operative e mantengono la gestione territoriale degli scali – prosegue il comunicato – la manutenzione ordinaria e il rilascio delle concessioni, ma vengono sollevate dal peso finanziario delle grandi opere. Il nuovo equilibrio economico è garantito dalla
capitalizzazione di Porti d'Italia Spa attraverso l'utilizzo degli avanzi di amministrazione non vincolati del sistema, consentendo alle Autorità di concentrarsi sull'efficienza operativa e sullo sviluppo locale. La riforma introduce inoltre una significativa semplificazione delle procedure, accelerando l'approvazione dei
Piani Regolatori Portuali, rendendo più rapidi i dragaggi e favorendo il riutilizzo dei materiali in un'ottica di economia circolare, rafforzando al contempo i poteri di vigilanza del Mit per garantire il rispetto dei tempi e delle regole. Ora la parola passa al Parlamento, chiamato a esaminare e approvare in via definitiva una riforma strategica per il Paese.