Facebook Pixel
Milano 24-apr
0 0,00%
Nasdaq 24-apr
17.526,8 +0,32%
Dow Jones 24-apr
38.460,92 -0,11%
Londra 24-apr
8.040,38 -0,06%
Francoforte 24-apr
18.088,7 -0,27%

La nave dei folli

L'Europa delle regole è senza regole.

Mosca. La sede della controllata russa della Banca di Cipro.Quello che è difficile accettare, dunque, non è questo o quel modo di ripartire i costi tra contribuenti da una parte e finanziatori di una banca (quali sono anche i correntisti) dall’altra, quanto il fatto di cambiare continuamente le regole del gioco, allarmando così (e inducendo alla fuga) il massimo numero possibile di soggetti.

Si noti poi la differenza tra America ed Europa. Là la vita dei depositanti è dura, ma in un momento di crisi come il 2009 i contribuenti hanno dato una mano ai depositanti con prestiti alle banche che sono stati già tutti restituiti. Qui la vita dei depositanti è stata finora più facile, ma proprio nel momento più acuto della crisi viene resa improvvisamente più difficile minacciando di togliere il sostegno dei contribuenti che alla fine, in caso di nazionalizzazione della banca, dovranno comunque tirare fuori molti soldi. Il risultato è che in America ci hanno guadagnato tutti e le banche sono sane, qui rischiamo di perderci tutti qualcosa e di tenerci banche malaticce.

L’Europa sembra insomma sempre di più quella che nel medioevo veniva chiamata la navis stultifera, l’imbarcazione fluviale in cui gli eccentrici non troppo pericolosi venivano raccolti per essere scaricati di notte in qualche città a valle. Oggi quella zattera appare in certi momenti il centro di comando del continente.

Intendiamoci, probabilmente ce la caveremo in qualche modo stando al traino della crescita di Asia, America e Africa e grazie all’allentamento della disciplina fiscale. Nel breve, un accordo per un governo in Italia potrebbe allentare parecchio la tensione in tutta Europa. Non essendo però possibile escludere a priori altri incidenti di percorso nei prossimi anni, rinnoviamo l’invito a considerare l’ipotesi di diversificare strategicamente il portafoglio e renderlo gradualmente meno eurocentrico. Diamo all’Europa quello che è dell’Europa, un terzo del Pil mondiale. Aggiungiamo una modica quantità di home bias, l’inclinazione universale a mantenere sovrapesati i titoli di casa, ma non superiamo di troppo la metà del portafoglio. Teniamo in Europa i titoli di stato, che dopo Cipro sono da vedere sotto una luce migliore, i corporate bond e un po’ di azioni soprattutto nei momenti, come l’attuale, in cui sono particolarmente penalizzate.

I russi, come dicevamo all’inizio, ci offrono lo spunto per un’ultima riflessione. Non saranno dei santi, ma quelli tra loro che hanno tenuto i soldi a Cipro fino al momento in cui glieli hanno portati via sono gente molto sveglia e abituata a non andare per il sottile quando vanno prese decisioni rapide. Perché non sono scattati in piedi quando hanno sentito il suono della campana, otto mesi fa, o quando, un mese fa, è uscito sui giornali che si stava discutendo di coinvolgere i depositanti delle banche nel salvataggio? Hanno avuto rassicurazioni politiche? E come mai si sono lasciati convincere? Forse perché, come tutti gli esseri umani, hanno cercato di rimuovere e negare fino all’ultimo i pensieri veramente dolorosi? O scopriremo un giorno che i conti più grossi sono stati fatti uscire all’ultimo minuto?

Buona Pasqua a tutti.

Condividi
"
Altri Top Mind
```