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Milano 16:03
33.752,6 -1,51%
Nasdaq 16:03
17.211,21 -1,80%
Dow Jones 16:03
37.770,58 -1,79%
Londra 16:03
8.042,26 +0,02%
Francoforte 16:03
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L'indicatore perfetto

Nel percorso di comprensione dei mercati è bene sapere che l’investitore è di gran lunga il peggior nemico di sé stesso.

Di seguito un collage che è un “fior da fiore”: si va, in crescendo, da Dow 30’000 a Dow 40’000 (tutti pubblicati con perfetto timing intorno ai top del 2000 e del 2007), a una recente intervista che parla di Dow 100’000, per poi andare con Prechter e la sua interpretazione iperdogmatica della Elliott Wave giù a Dow 500 (!!!), proseguire con l’oro a 10’000 e con la perla finale di un libro pubblicato esattamente sul top del mercato immobiliare americano, dal titolo (tradotto) “Perché il boom del mercato immobiliare non si sgonfierà”. Se non fossero tutti veri veri, sarebbe difficile da credere che sia possibile.


Lbri
Spesso questi libri non fanno altro che assecondare un “mood” che è già ben radicato nel mercato, il quale aspetta solo che qualcuno lo razionalizzi e lo espliciti perché è effettivamente cio’ che il mercato (inteso come insieme di individui) vuole. Il solo problema nel determinare un top (o un bottom) dal punto di vista psicologico consiste quindi nel capire quando arriva la capitolazione, cioè la razionalizzazione della caduta dei legami con la realtà e la rassegnazione alla ipotetica perpetuazione del trend. Molto spesso questa capitolazione arriva in modo diverso sui massimi, che sono processi, rispetto ai minimi, che sono eventi (quindi più convulsi). Nel caso dei massimi, sono frequenti sugli asset fasi finali di salita parabolica oppure fasi di distribuzione molto lunghe, caratterizzate non dalla crescente percezione di rischio, ma dalla crescente convinzione (supportata dalla pseudorazionalizzazione appena descritta) di una semiperpetuazione – e quindi di un teorico crollo del rischio – nel mantenere una determinata posizione.
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