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Del vizio e della virtù

Dollaro ed euro, cicale intelligenti e formiche così così

Il galateo prescrive che chi è in surplus rivaluti. Chi svaluta ed è in pareggio è un maleducato, è come il vicino che parcheggia sul nostro posto auto. Chi svaluta ed è in surplus si mette in una posizione ancora più delicata e deve avere specialissime ragioni per non essere mandato vivacemente al diavolo dai vicini. Deve cioè essere nel mezzo di una caduta verticale dei consumi interni, che c'è stata in Eurozona negli anni scorsi ma che in questo momento non c'è.

L'Eurozona, Germania esclusa, è però sull'orlo della deflazione, così come Obama e Geithner, nel novembre 2011, avevano previsto.

E allora che si fa? Si rivaluta ancora, come prescriverebbe il manuale, o si svaluta per evitare la deflazione contando sulla comprensione dei vicini, che sarebbero comunque danneggiati da un'ulteriore giapponesizzazione dell'Europa?

La Germania si rende conto che è arrivato uno di quei momenti in cui bisogna violare qualche tabù. O si viola un tabù interno, abbandonando ad esempio l'adorato pareggio di bilancio, o se ne viola uno esterno, cioè europeo. Il criterio tedesco, in caso di difficoltà, è sempre stato e continuerà a essere quello di difendere l'interno e cedere sull'esterno, abbandonando i tabù monetari prima di quelli fiscali. È stato così con l'Omt nel 2012 e sarà così anche quest'anno.

Barnett Newman. Cathedra. 1951. Stadelijk Museum. AmsterdamCon l'Omt si sono celebrate le nozze con i fichi secchi. Si sono messe le parole e non si sono messi i soldi. Le parole sono servite a ridurre gli spread e a mantenere in vita l'Italia. I soldi che non sono stati messi allora hanno però causato l'apprezzamento dell'euro. Questa volta quindi ci vorranno soldi veri. Non li metterà il contribuente tedesco, li creerà la Bce. Solo così il mercato e i vicini di casa capiranno che si fa sul serio e accetteranno il deprezzamento dell'euro.

La Germania però non ha ancora deciso. Violerà in giugno un tabù di terza categoria, quello della remunerazione dei depositi bancari presso la Bce (che diventerà negativa), ma prima di violare un tabù di seconda categoria, il Qe, vorrà stare a vedere gli effetti della prima violazione. Se non basterà ci sarà un Ltro in autunno. Se ci vorrà dell'altro verso fine anno avremo il Qe. Non avremo mai, se non in caso di peste, guerra o carestia, la violazione del tabù massimo, quello fiscale interno.

Goldman Sachs, che nei due anni passati ha previsto correttamente un apprezzamento dell'euro fino a 1.40, sostiene che il Qe europeo ci porterebbe tra 1.25 e 1.30. È una previsione molto aggressiva, che potrebbe apparire però più realistica fra qualche mese, quando in America si comincerà a respirare l'aria del rialzo dei tassi.

Non sappiamo se e non sappiamo quando il Qe ci sarà. L'euro verrà comunque mantenuto sotto pressione e la performance borsistica degli esportatori europei (molti dei quali tedeschi) ne trarrà giovamento.

È tempo di togliere velocemente qualsiasi copertura di cambio sugli investimenti in dollari. Prima però di aprire aggressive posizioni corte di euro e lunghe di dollaro e di borsa europea (una replica del gioco fatto sul Giappone l'anno scorso) bisogna fermarsi un momento a considerare il rischio ucraino.

L'Ucraina è un rischio per la borsa europea ma non lo è per il dollaro, anzi. Dovendo dosare le scommesse, quindi, sarà meglio puntare di più sul dollaro.

La borsa americana, se tutto andrà bene, farà meno strada di quelle europee. Il dollaro in rafforzamento compenserà però, almeno in parte, l'eventuale sottoperformance americana.

(Nella foto: Barnett Newman. Cathedra. 1951. Stadelijk Museum. Amsterdam)

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