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Calmi e confusi

Si apre una fase più sobria e meno nevrotica

Lo stesso si può dire sui rapporti di cambio. La Cina, di cui si era temuta una svalutazione massiccia, vede il suo surplus commerciale crescere di mese in mese grazie ai minori esborsi per le materie prime. Lo yen è in equilibrio e lo stesso si può dire per euro e dollaro. Il range di fluttuazione tra 1.10 e 1.15 è il male minore per tutti e solo un vistoso indebolimento dell'economia europea o di quella americana potrà causare una rottura duratura di questo livello di equilibrio.

Installazione, 2012Quanto ai settori azionari, lo shock che il caso Volkswagen aveva creato in mercati già febbricitanti e che aveva spinto qualcuno a parlare di un nuovo caso Lehman e di una recessione globale si è trasformato in un atteggiamento di maggiore cautela sui ciclici, già da tempo valutati con severità, senza però provocare reazioni a catena pericolose. Oggi qualcuno si spinge a dire che la rottamazione dei diesel e la ricerca sui motori ibridi ed elettrici darà nuovo impulso all'industria europea.

Noi, come il mercato, ci limitiamo ad essere neutrali sul settore. Siamo invece moderatamente positivi su farmaceutico e biotecnologie, un altro settore che sta lentamente ritrovando la calma dopo la tempesta delle ultime settimane.

Il nuovo mondo in cui ci siamo svegliati dopo la tempesta di agosto e settembre è insomma il mondo reale. È molto più banale della fiction in rosa della prima metà dell'anno e dell'apocalisse successiva, ma alla fine è meglio così.

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