Nicodemo ascolta Gesù di notte ma torna a fare il fariseo di giorno. Il
nicodemismo, ovvero la conversione con riserva mentale, il proclamarsi convertito senza volerlo essere, accompagna spesso i momenti di trasformazione storica e culturale e, nel caso in cui questa trasformazione abbia tratti oppressivi e violenti, costituisce un'alternativa al martirio.
Il nicodemismo può assumere due forme. La prima, morbida, è una sorta di entrismo nella nuova religione. Ci si converte sinceramente, cercando però di portarsi dietro un certo numero di principi e di pratiche, come accadde agli ebrei e ai cristiani che aderirono ad alcune confraternite sufi. La seconda, rischiosa, è quella dei conversos (i marranos e i moriscos) che nella Spagna della Reconquista, per evitare l'espulsione, si convertirono in alcuni casi solo esteriormente e continuarono a praticare in segreto la loro fede.
La Germania di oggi, a guardarla con gli occhi di un anno fa, appare irriconoscibile. Dall'ordoliberalismo (concorrenza e austerità) è passata in poche settimane al dirigismo dei campioni nazionali, al disavanzo monstre del 10 per cento su Pil, al salvataggio pubblico di banche e grandi imprese, all'ignorare la sacralità della sua stessa Corte costituzionale per accettare di fatto le politiche di monetizzazione della Bce e l'abbandono della capital key. Senza contare il fatto di accettare che l'Europa possa emettere debito e praticare un embrione di politica fiscale, due tabù fino a tempi recenti.
Per molti osservatori si è trattato di un miracolo, di una folgorazione sulla via di Damasco, dell'avvio di un processo irreversibile di normalizzazione della Germania, preludio a un'Europa federale.
Calma, viene da dire. Senza volere minimizzare la portata quasi americana delle misure anticicliche e il valore simbolico di alcune decisioni tedesche sull'Europa cerchiamo di contestualizzarle nella storia della Germania Federale. Scopriremo allora che
la conversione apparente è in realtà un adattamento ed è per di più reversibile.
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