Nel corso dell'
estate 2020 i mercati finanziari hanno elaborato una robusta e articolata narrazione (vittoria in vista sul virus, eccezionale sostegno monetario e fiscale, esplosione di produttività e utili) che ha soppiantato in breve tempo la narrazione di aprile e maggio (siamo perduti) ed è a tutt'oggi il paradigma di consenso che definisce le strategie obbligazionarie e azionarie.
Questo paradigma, che dopo il rapido trionfo iniziale è stato per un anno scienza normale,
da circa un paio di mesi è entrato nella sua terza fase, quella delle anomalie. Vediamone rapidamente le principali.Il sottoparadigma della vittoria sul virus ha dovuto rilevare
l'anomalia della variante delta e dell'efficacia parziale e breve dei vaccini, ma ha reagito con energia elaborando l'idea che la pandemia sta diventando gestibile.
Il sottoparadigma del vigoroso supporto monetario e fiscale registra i
primi aumenti della pressione fiscale (il nuovo pacchetto americano e l'aumento dei contributi sociali in Inghilterra) ma l'anomalia viene rintuzzata sottolineando che si tratta di misure redistributive che hanno un effetto macro non negativo, ma semplicemente neutrale. Il
tapering della Fed e la moderata diminuzione degli acquisti di titoli annunciata dalla Bce per i prossimi mesi sono dal canto loro anomalie scontate (la Fed) o troppo esigue (la Bce) per impensierire seriamente i mercati.
Il sottoparadigma dell'inflazione solo transitoria è bombardato quotidianamente da anomalie (sul triplice fronte dei
prezzi all'ingrosso, dei prezzi al consumo e delle retribuzioni) ma i mercati hanno deciso fin da subito di fare pace con questo problema a patto che continui a esserci una forte crescita dell'economia globale.
Il sottoparadigma della
crescita registra dall'inizio dell'anno
l'anomalia cinese e da due mesi quella americana. Quest'ultima non è riscontrabile a prima vista, perché i PMI sono ancora molto buoni, ma si nasconde nelle pieghe dei dati. I PMI sono infatti gonfiati da una parte dall'inflazione e dall'altra dalla ricostituzione di scorte. Il punto debole è la domanda finale, che dopo una brillante fiammata in primavera si è fermata in molti comparti. Sulla crescita i mercati sono particolarmente sensibili, come si può vedere dal nervosismo delle ultime sedute.
L'unico sottoparadigma che ha finora retto perfettamente è quello dei buy back, di cui si profilano nuovi massimi storici.
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