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Barbie, Taylor Swift e la Fed

Un muro di gomma per raffreddare l'economia

Nella conferenza stampa di ieri, 26 luglio, la giornalista del New York Times ha chiesto a Powell se la corsa ad acquistare biglietti per il tour di Taylor Swift e per il film Barbie non siano un segno di grande salute dei consumatori e dell'economia americana.

La questione non è eccentrica come si potrebbe pensare. La domanda per Barbie è così forte che in molti si sono chiesti perché il biglietto costi solo 15 dollari. I commentatori hanno osservato che i produttori contano sul fatto che Barbie verrà visto più volte dagli appassionati. Altri hanno fatto notare che ai 15 dollari vanno aggiunti i 10 per un cestino piccolo di popcorn. Il fatto è che il biglietto del cinema, che nel 1969 costava in media 1.42 dollari e nel 2007 aveva toccato i 7.50, oggi raggiunge facilmente, a New York, i 28 dollari senza popcorn.

Quanto a Taylor Swift, il prezzo dei biglietti per i suoi concerti è stato oggetto di indagini da parte di alcune procure, di numerose interrogazioni in Congresso e di un'indagine dell'antitrust. Il tutto non ha impedito che nel novembre scorso, non appena la campagna di vendita è iniziata, ci siano state subito 15 milioni di richieste. I biglietti costano in media 150-200 dollari, ma si arriva a 1450 se si vuole un buon posto e se si vuole avere diritto a un poster e a un gingillo. Il tour andrà comunque avanti fino alla fine del 2024.

Aneddoti, si dirà. Resta il fatto che, dopo 550 punti base di rialzi dei tassi i segnali di rallentamento sono pochi, le borse continuano a salire e le materie prime sono in ripresa. Ormai da mesi, ogni volta che le banche centrali ritoccano i tassi i mercati festeggiano la fine del ciclo di rialzo. Poi c'è un nuovo rialzo e i mercati festeggiano di nuovo la fine del ciclo, e così via.

Come scrive Steven Kamin, ex Fed, con un'economia che va bene e un'inflazione ancora alta (secondo Powell si tornerà al 2 per cento solo nel 2025) alzare i tassi è un no-brainer, un'ovvietà. Il danno di un'inflazione che dovesse riprendere forza sarebbe incalcolabile, dice, mentre una moderata recessione sarebbe perfettamente accettabile.
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