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Segnali positivi

America in accelerazione, mercati equilibrati


Noi ovviamente non sappiamo se ci sarà il temporale fra un quarto d'ora, ma possiamo tentare di dare una spiegazione al fatto che la maggiore economia del mondo, da più di un anno data sul punto di cadere in una recessione, stia in realtà accelerando.

La ragione principale, probabilmente, è che il calo dell'inflazione sta facendo crescere il potere d'acquisto dei salari. Negli anni della pandemia e dell'inflazione, i salari sono cresciuti meno dei prezzi non solo in Europa, dove il fenomeno è stato particolarmente rilevante, ma anche negli Stati Uniti. Ora però il calo costante dell'inflazione headline (che è quella che guarda il pubblico e ne influenza i comportamenti) fa sì che anche aumenti retributivi del 5 per cento (la media quest'anno in America) siano sopra il livello dell'inflazione headline, che si è quasi azzerata.

Il 4.1 per cento della Fed di Atlanta è quindi l'istantanea del momento magico in cui la piena occupazione coincide con l'aumento delle retribuzioni reali, che a loro volta, insieme alla forte spesa pubblica, producono una domanda aggregata particolarmente vivace.

In una fase iniziale le imprese accettano di pagare di più i dipendenti e di vedere ridotto il loro margine di profitto senza reagire. Se però il fenomeno si prolunga, hanno tre possibilità. La prima è alzare di nuovo i prezzi dei loro prodotti. La seconda è investire in tecnologie che sostituiscano il lavoro. La terza è licenziare una parte dei dipendenti. Se non fanno nulla, si ridurrà il loro margine di profitto.

Insomma, nulla è eterno a questo mondo, ma il momento attuale, che vede inflazione in discesa e crescita forte, dovrebbe produrre mercati finanziari in rialzo, in particolare l'azionario.

A moderare l'entusiasmo intervengono però altri fattori. Europa e Cina hanno una crescita debole. Molte materie prime hanno ripreso a salire e la riduzione dell'offerta di petrolio da parte di Russia e Arabia Saudita sta producendo un'inversione di tendenza nel prezzo dell'energia. A questo va aggiunto il fatto che i mercati azionari hanno corso molto nell'ultimo anno e hanno bisogno di una pausa di consolidamento.

Mettendo insieme i diversi fattori, le valutazioni azionarie attuali appaiono equilibrate. Questo significa che il consolidamento stagionale che i mercati spesso producono tra agosto e novembre potrà essere poco profondo. Dall'altro lato, se il recupero delle materie prime si fermerà presto, come è probabile, la fine dell'anno potrà vedere nuovi massimi di periodo sull'azionario.

Si può quindi essere costruttivi, ma è bene conservare la consapevolezza delle numerose incognite. I finanziamenti delle banche all'economia stanno calando. I tassi reali, con l'inflazione in discesa, stanno salendo. Le banche centrali allenteranno la pressione sui tassi solo se l'economia darà segni di rallentamento.

In sintesi, rimanere investiti, comprare qualcosa su debolezza ma non rincorrere i rialzi.

(Foto: Chones)
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