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BCE pronta per una pausa? Bocca cucita da Lagarde

Finanza
BCE pronta per una pausa? Bocca cucita da Lagarde
(Teleborsa) - La BCE alzerà nuovamente i tassi la prossima settimana? O sceglierà di prendersi una pausa come sicuramente farà la Federal Reserve? Le affermazioni arrivate ieri dalla Presidente Christine Lagarde sono sempre un po' criptiche e, salvo ribadire che la BCE andrà avanti ad oltranza nella sua lotta all'inflazione, non sembra che siano arrivate indicazioni chiare su cosa deciderà di fare il Board. La decisione, probabilmente, sarà presa seduta stante, sulla base dei dati.

Lagarde si è limitata ieri a ribadire l'importanza della comunicazione per ridurre le aspettative di inflazione ed ha sottolineato che "è fondamentale" comunicare in modo "efficace" e "credibile" che l'inflazione tornerà all'obiettivo del 2% nel medio termine, in quanto ciò impedirà che "dinamiche inflazionistiche che si auto avverano possano prendere piede".

Detto ciò, nessuna decisione è stata presa riguardo possibili manovre sui tassi d'interesse. I membri del direttivo esamineranno i dati, prima di decidere e, dal momento che l'inflazione sembra aver tirato un po' il fiato, confermandosi al 5,3% anche nella componente core, l'Eurotower potrebbe assumere una atteggiamento imitativo e seguire la Fed, che ha già ampiamente comunicato l'intenzione di prendere una pausa nel ciclo di aggiustamento dei tassi.

Algebris ricorda che i mercati quotano solo il 10% di probabilità che la Fed aumenti i tassi nella riunione di settembre, e il 44% di probabilità che i tassi aumentino anche nelle riunioni successive, mentre l’assenza di commenti da falco da parte di Schnabel ha causato un forte rally dei tassi europei, dove le probabilità che la BCE rialzi i tassi a settembre sono ora viste solo al 25%. Una tendenza che si è accentuata dopo le parole di Lagarde.

E proprio Schnabel la scorsa settimana aveva ammesso che la BCE non può prevedere "dove sarà il picco del tasso, o per quanto tempo i tassi dovranno essere mantenuti a livelli restrittivi" e non può impegnarsi in azioni future, perché altrimenti otterrebbe l'effetto contrario. "Se gli investitori prevedessero che in futuro la banca centrale possa rinnegare la sua promessa, se le condizioni economiche cambiano, non prezzerebbero un futuro percorso di tassi di interesse a breve termine e condizioni di finanziamento sufficientemente restrittive" (annullando l'effetto voluto).


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