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Transizione energetica, K.EY.: 5 falsi miti che ostacolano il progresso

Le convinzioni sfatate da Italy for Climate, il think tank della Fondazione per lo sviluppo sostenibile

Economia, Energia, Sostenibilità
Transizione energetica, K.EY.: 5 falsi miti che ostacolano il progresso
(Teleborsa) - "Le rinnovabili sono e rimarranno marginali". "Le rinnovabili costano troppo". "Le rinnovabili fanno male a economia e occupazione". "Le rinnovabili rovinano il paesaggio". "Le rinnovabili ci fanno restare al buio". Sono i 5 falsi miti che Italy for Climate, il think tank della Fondazione per lo sviluppo sostenibile nato con lo scopo di informare sulla questione climatica in modo corretto, ha sfatato a K.EY di Italian Exhibition Group . Per ognuno di questi falsi miti Italy for Climate ha svolto un'attività di ricerca pubblicando sulla piattaforma dati, fonti e offrendo una chiave di lettura per l'analisi delle informazioni semplice e immediata, con vari livelli di approfondimento.

Le rinnovabili non sono né rimarranno marginali, infatti 8 kW su 10 di impianti di generazione elettrica installati ogni anno sono rinnovabili: in pochi anni le fonti rinnovabili hanno già cambiato il panorama energetico mondiale. Falso che costino troppo: 1 kWh prodotto da eolico o fotovoltaico costa 5 centesimi di euro, meno della metà rispetto a fossili e nucleare in Europa.

Le rinnovabili erano le fonti più economiche già prima della crisi energetica. Inoltre, già oggi ci sono Paesi che producono elettricità per oltre il 90% da fonti rinnovabili, anche in Europa, e cresce il numero di Governi che puntano a fare lo stesso entro il prossimo decennio.

Le rinnovabili non rovinano il paesaggio. Servirebbe solo lo 0,7% del territorio nazionale per sostituire tutti gli impianti fossili con pannelli fotovoltaici. Meno di 200 mila ettari, un decimo della superficie oggi edificata in Italia.

Infine, al 2030 saranno 14 milioni i nuovi posti di lavoro nel mondo, contro i 5 milioni persi nell'oil&gas. Grazie alle rinnovabili crescono investimenti e occupazione e si valorizzano le filiere locali.


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