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Nadef, Upb: validato quadro programmatico del governo per il 2024

Economia
Nadef, Upb: validato quadro programmatico del governo per il 2024
(Teleborsa) - L'Ufficio parlamentare di bilancio ha validato le previsioni macroeconomiche programmatiche della Nadef 2023. L'annuncio è arrivato dalla presidente, Lilia Cavallari, nel corso dell'audizione sulla Nota di aggiornamento al Def davanti alle Commissioni Bilancio congiunte di Senato e Camera dei Deputati. "Le previsioni – ha dichiarato – sono infatti coerenti con quelle del panel Upb (CER, Oxford Economics, Prometeia e Ref.Ricerche, oltre all'UPB stesso), pur situandosi nella fascia alta dell'intervallo".

La validazione del quadro macroeconomico programmatico, sottolinea l'UPB, riguarda nello specifico l'anno 2024, quando si esplicheranno gli effetti della manovra di bilancio che il Governo si appresta a definire. Nel dettaglio "la previsione sulla crescita nel 2024 del PIL reale (all'1,2 per cento) si colloca nell'intervallo di validazione del panel, sebbene in prossimità del valore superiore delle attese del panel" mentre "la stima sulla dinamica del PIL nominale (al 4,1 per cento nel 2024) appare cauta, in quanto si attesta al di sotto della mediana del panel".

L'impatto della manovra di bilancio sull'attività economica nel 2024 "è simile a quello medio indicato dal panel e coincide con quello stimato dall'UPB". Nel biennio 2025-26, che non è oggetto di validazione il quadro macroeconomico programmatico della NADEF "appare accettabile, seppure al limite in quanto la crescita del PIL reale coincide con l'estremo superiore delle attese del panel".

L'Upb ha poi evidenziato che la stabilizzazione del debito pubblico prevista dalla Nadef "si basa sulla realizzazione di ipotesi soggette a margini di incertezza" come "la piena attuazione degli interventi del PNRR" e "l'effettiva realizzazione del programma di dimissioni mobiliari annunciato". "Uno sforzo di bilancio maggiore di quanto previsto nella Nadef si renderà necessario qualora una delle ipotesi dovesse realizzarsi solo parzialmente", ha rilevato l'Upb. "In particolare – ha aggiunto – su tali prospettive influiranno la piena attuazione degli interventi del PNRR (essendo esauriti i margini per ulteriori rinvii) e gli eventuali cambiamenti in corso d'opera che potrebbero derivare dalla revisione del Piano, con annesso capitolo REPowerEU, recentemente inviata alla Commissione europea".

Secondo l'Upb "vi è inoltre incertezza sull'effettiva realizzazione del programma di dimissioni mobiliari annunciato nella Nadef, dal quale dovrebbero derivare proventi per almeno l'1,0 per cento del PIL entro il 2026. Si tratta di importi rilevanti se si osservano i dati sulle privatizzazioni degli anni immediatamente precedenti la crisi pandemica".

Cavallari ha poi dichiarato che ancora non è visibile l'effetto della stretta del Superbonus partita a febbraio scorso. Da aprile a luglio infatti i crediti dei bonus hanno conservato una tendenza simile a quella del periodo precedente, prima delle limitazioni. "La prima battuta d'arresto è stata registrata a agosto, che è però fisiologica perché agosto è un mese particolare per l'edilizia. Per il futuro ci aspettiamo una riduzione delle asseverazioni di nuovi investimenti per gli effetti delle le condizioni più stringenti varate a febbraio".

Infine, l'Ufficio Parlamentare di Bilancio ha segnalato che con le attuali regole del Patto di stabilità "se fosse confermato un risultato a consuntivo per il disavanzo superiore al 3 per cento per il 2023 e il Governo dovesse confermare una violazione del limite del 3 per cento nel 2024 e nel 2025, vi è il rischio che nella primavera del 2024 la Commissione europea proponga al Consiglio di aprire una PDE (procedura d'infrazione, ndr) per l'Italia".
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