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"Co le ciacole no se impasta fritole"



Questo antico adagio veneto era il motto preferito di Carlo Bernini, vecchio leone doroteo spesso raffigurato nei panni del Doge, per molti anni presidente del consiglio regionale a Venezia nonché parlamentare della prima repubblica, responsabile del dicastero dei trasporti passato alla storia col soprannome di "ministro traversina". Un politico infaticabile, un uomo del fare come si direbbe oggi, il cui percorso politico è rimbalzato contro Tangentopoli anche se sotto traccia, la sua influenza in regione (e non solo) è sopravvissuta alle vicissitudini giudiziarie.

La classe dirigente dell'epoca non amava le chiacchiere, in molti casi anche per oggettivi deficit di capacità comunicative, ai proclami ed alle promesse si preferivano gli affari, il consenso trovava sì una sua scaturigine nell'ideologia ma il cemento vero era la condivisione e la rappresentanza sul territorio di interessi economici concreti, ben identificabili, che facevano capo ai vari "clientes", in uno scambio di voti contro favori che non di rado sfociava nell'illecito.

La discesa in campo di Berlusconi ha indubbiamente segnato un punto di svolta. La capacità di comunicazione è diventata l'elemento più importante, il tratto distintivo, dell'azione politica; non i contenuti, ma la loro forza mediatica e le modalità con cui vengono proposti sono stati e sono tuttora l'elemento vincente della contesa fra i partiti.
Gli strumenti del marketing applicati alle idee e queste ultime trattate e manipolate come una merce, un prodotto da vendere tutti i giorni ai cittadini elettori/consumatori. Non la valenza, la concretezza e la razionalità delle proposte, non il perseguimento del bene comune, ma l'arte della persuasione, l'abilità nel cogliere gli umori più profondi della gente sono diventati la chiave del successo politico.

Ed è indubbio che su questo terreno l'attuale Presidente del Consiglio sia il player più abile, il venditore più attrezzato, quello che più di altri è in grado di parlare non alle teste ma alla pancia delle persone, di interpretarne gli animal spirits. Finché si è rimasti sul piano della comunicazione, della vendita e del vendersi, tutto è filato abbastanza liscio, fatta eccezione per qualche scivolone festaiolo che, peraltro, buona parte degli italiani ha giudicato con indulgenza mista ad invidia. In generale i problemi per ogni Governo possono nascere quando giunge il momento di mettere il punto e tirare le somme del lavoro fatto, delle promesse mantenute, del grado di soddisfazione dei cittadini, del benessere (o malessere) della Nazione. L'Esecutivo presieduto da Silvio Berlusconi non fa eccezione e quindi, a due anni dal suo insediamento e dopo che negli ultimi 10 anni ha governato per otto, pare giunto il momento di stilare un bilancio del suo operato.

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