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La Tav? Solo archeologia geopolitica

Neppure la Via della Seta passerà per Torino

Per capire che cosa sta succedendo davvero sulla TAV, con una analisi costi-benefici assai controversa che rimette in discussione la convenienza dell'opera, la lettera del Presidente del Consiglio Conte che invita la Società mista italo-francese a non assumere impegni che comportino oneri per l'Italia, e la prospettiva di ridiscutere tutto il progetto direttamente con il Presidente francese Emmanuel Macron e con la Commissione europea, bisogna fare qualche passo indietro, nella Storia.

Il progetto iniziale che più si avvicina al tema della TAV è quello che alla fine degli anni Ottanta prevedeva un Asse ferroviario Lione/Genova – Basilea – Duisburg – Rotterdam/Anversa, denominato "il ponte dei due mari". Era orientato chiaramente sull'asse Nord – Sud: non passava per Torino, né tantomeno collegava questa città con Lione, poiché il tracciato prevedeva di attraversare le Alpi al confine tra l'Italia e la Svizzera. Si trattava di integrare con una rete efficiente il sistema dei trasporti dell'Europa. Era stato pensato quando ancora i Paesi dell'Est erano parte del blocco sovietico e del patto di Varsavia.

Mentre si costruiva il Mercato interno europeo, anche attraverso un sistema efficiente di infrastrutture di trasporto, cadeva il Muro di Berlino e cambiavano anche le priorità geopolitiche: occorreva integrare il più velocemente possibile i Paesi dell'Est. Era una strategia che richiedeva di collegarli economicamente all'Unione europea e militarmente alla Nato.

Ecco, allora, che nell'elenco dei 30 progetti prioritari (definiti Assi) delle reti Trans Europee di trasporto (TEN-T) si individua con il numero "6" un collegamento completamente diverso, orientato sull'asse Est-Ovest, che segue il seguente percorso: si attraversano le Alpi collegando Lione a Torino, poi si collega tutto il Nord Italia toccando Novara, Milano, Brescia, Verona, e Trieste, quindi si punta verso Est: prima si arriva in Slovenia a Lubiana, poi si sale verso l'Ungheria toccando Budapest, ed infine ci si arresta al confine della Ucraina. Era ancora quella la vera frontiera dell'Europa geopolitica.

Insomma, era completamente un'altra impostazione, che poi fu estesa con un collegamento ancora più ambizioso: si partiva da Lisbona in Portogallo per arrivare fino a Kiev in Ucraina. Anche l'Ucraina veniva pienamente integrata in un ambito europeo e naturalmente filo-Atlantico.
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