La campagna elettorale americana è entrata nel vivo: le Primarie non contano, vista la vittoria scontata di Donald Trump in campo Repubblicano, che mira alla rielezione, e del Democratico Joe Biden che lo sfida.
Inutile consultare i
sondaggi: è una partita ancora tutta da giocare, che sarà combattuta a colpi di maglio da entrambe le parti.
A gennaio scorso, dopo il primo allentamento della politica monetaria da parte della Fed, che aveva resistito non poco alle sollecitazioni di Trump, la Borsa si era ripresa, e così la fiducia nell'andamento dell'economia: la rielezione sembrava cosa fatta.
Era troppo presto, però, per cantare vittoria:
nell'ultimo anno di Presidenza ci si gioca tutto. Basta una crisi in Borsa, oppure una lieve contrazione economica, e la rielezione torna in ballo.
Così è andata: la campagna elettorale si combatte ormai su fronti che non hanno niente a che vedere con le tradizionali piattaforme programmatiche.
Ogni giorno, un colpo di scena.A marzo è scoppiata la epidemia di coronavirus, che ha provocato una ondata di
licenziamenti ed un
crollo verticale dell'economia. Dopo i tentennamenti iniziali, la Casa Bianca ha reagito con irruenza, facendosi approvare dal Congresso un Piano di aiuti alle famiglie, con erogazioni dirette per contanti sui conti correnti: il PIL del secondo trimestre del 2020 in caduta del 12% rispetto all'anno precedente, il deficit federale in crescita a 3,7 mila miliardi di dollari ed il debito pubblico al 101% del PIL.
A
metà maggio, si contavano oltre
40 milioni di domande di sussidi di disoccupazione, con un tasso record del 19,5%: quasi un americano su quattro aveva perso il lavoro.
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