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Colpi di Maglio, Stelle & Strisce

Campagna elettorale complessa negli Usa, tra Crisi, Obamagate, G11 anti-Cina e Disordini razziali

La campagna elettorale americana è entrata nel vivo: le Primarie non contano, vista la vittoria scontata di Donald Trump in campo Repubblicano, che mira alla rielezione, e del Democratico Joe Biden che lo sfida.

Inutile consultare i sondaggi: è una partita ancora tutta da giocare, che sarà combattuta a colpi di maglio da entrambe le parti.

A gennaio scorso, dopo il primo allentamento della politica monetaria da parte della Fed, che aveva resistito non poco alle sollecitazioni di Trump, la Borsa si era ripresa, e così la fiducia nell'andamento dell'economia: la rielezione sembrava cosa fatta.

Era troppo presto, però, per cantare vittoria: nell'ultimo anno di Presidenza ci si gioca tutto. Basta una crisi in Borsa, oppure una lieve contrazione economica, e la rielezione torna in ballo.

Così è andata: la campagna elettorale si combatte ormai su fronti che non hanno niente a che vedere con le tradizionali piattaforme programmatiche.

Ogni giorno, un colpo di scena.

A marzo è scoppiata la epidemia di coronavirus, che ha provocato una ondata di licenziamenti ed un crollo verticale dell'economia. Dopo i tentennamenti iniziali, la Casa Bianca ha reagito con irruenza, facendosi approvare dal Congresso un Piano di aiuti alle famiglie, con erogazioni dirette per contanti sui conti correnti: il PIL del secondo trimestre del 2020 in caduta del 12% rispetto all'anno precedente, il deficit federale in crescita a 3,7 mila miliardi di dollari ed il debito pubblico al 101% del PIL.

A metà maggio, si contavano oltre 40 milioni di domande di sussidi di disoccupazione, con un tasso record del 19,5%: quasi un americano su quattro aveva perso il lavoro.
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