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Riscaldamento Globale, Guerra Fredda

Scommessa ad alto rischio: affamare la Russia ed azzoppare la Cina


Il ragionamento è questo: i cambiamenti climatici, caratterizzati da fenomeni metereologici sempre più estremi, dalla progressiva desertificazione di intere aree del pianeta e dalla siccità prolungata che comporta la perdita delle colture ed i conseguenti fenomeni migratori incontrollabili, sono tutti conseguenza del riscaldamento globale. Questo riscaldamento deriva dalla immissione nell'atmosfera del CO2 prodotto dall'uso delle fonti energetiche fossili.

Se si riuscisse a decidere a livello globale una progressiva limitazione dell'uso delle fonti energetiche fossili (carbone, petrolio e gas), l'America avrebbe tutto da guadagnare: innanzitutto perché si ridurrebbero fortemente i proventi delle esportazioni di Russia ed Iran. Per altro verso, la Cina dovrebbe effettuare massicci investimenti per sostituire innanzitutto le diffusissime centrali a carbone e poi per dotarsi di fonti energetiche da fonti rinnovabili. La competitività delle merci cinesi si abbatterebbe violentemente per via dei maggiori costi di produzione che deriverebbero dai nuovi investimenti, e soprattutto degli oneri finanziari straordinari implicati dal mancato ammortamento degli impianti di produzione di energia che sono stati realizzati tutti in tempi assai recenti.

Con un'unica mossa, gli USA metterebbero al tappeto i suoi avversari.
Non giunge dunque inattesa l'iniziativa assunta dal Presidente americano Joe Biden, di organizzare per videoconferenza un Summit on Global Climate Emergency, che si terrà il 22-23 aprile ed alla quale ha invitato 40 leader mondiali, tra cui il Presidente russo Vladimir Putin e quello cinese Xi Jinping. L'Iran non è stato invitato: sarebbe stato troppo rischioso offrirgli una tribuna di tale risonanza mondiale.

Questo Summit è una tappa preliminare rispetto alla United Nation Climate Change Conference (COP 26) che si terrà a Glasgow a novembre prossimo: l'obiettivo americano è di arrivare all'impegno da parte di ciascuno Stato di ridurre le proprie emissioni di CO2, da ufficializzare nell'ambito dell'ONU mediante "Nationally Determined Contribution".
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