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Trieste: commercio libero e proteste bloccate

Le mani pesanti di Berlino e di Roma


In un momento in cui i rifornimenti energetici sono a rischio e la continuità della catena logistica è interrotta in più punti, la centralità di Trieste emerge con ancora maggiore nettezza: la crisi dei trasporti nel Mediterraneo che è stata innescata appena pochi mesi fa dall'intraversamento nel Canale di Suez della portacontainer Evergreen aveva già fatto scattare l'allarme rosso.Lo scenario geopolitico in cui si viene a trovare Trieste è assai complesso:
  • i cinesi hanno avuto l'ambizione di estendere la Via della Seta fino all'Alto Adriatico dopo aver messo sotto controllo il Pireo, mettendo così a profitto il raddoppio del Canale di Suez che hanno finanziato al fine di consentire il passaggio di navi mercantili di più elevato tonnellaggio, riducendo i tempi ed i costi del trasporto dalla Cina;
  • i tedeschi hanno cercato a loro volta di presidiare una parte del porto, quella in fase di avanzato sviluppo infrastrutturale, al fine di evitare una pressione concorrenziale distruttiva nei confronti dei suoi porti sul Mare del Nord, come Amburgo;
  • gli Anglo-Americani devono valutare a loro volta l'impatto che queste dinamiche hanno sugli equilibri geopolitici più generali, e sulla pressione che stanno esercitando nei confronti della Cina mediante la nuova Alleanza Aukus (Australia, UK, USA) e l'accordo a Quattro (Usa, Australia, India e Giappone). Le tensioni nel Mar della Cina meridionale, attorno a Taiwan sono un segnale;
  • a Bruxelles, dopo le fanfare per il NGUE, c'è fermento per una possibile crisi dei prezzi energetici e per il conflitto ulteriore, sul piano giuridico, insorto di recente tra la Ungheria e la Commissione europea, circa la prevalenza delle Costituzioni nazionali sul Trattato istitutivo dell'Unione. Non solo riecheggiano i contrasti già insorti con la Polonia, ma diviene ancora più profonda la divaricazione in materia di controllo dell'immigrazione, soprattutto per la preoccupazione di nuovi flussi incontrollabili provenienti dall'Afghanistan.

Soprattutto oggi, Trieste è l'anello di snodo di tante catene: c'è chi tira da una parte e chi dall'altra.
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