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“Fondo di Garanzia sul Valore Immobiliare”

Occorre restituire valore finanziario al patrimonio edilizio

Guido Salerno Aletta
Guido Salerno Aletta
Editorialista dell'Agenzia Teleborsa
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I veri guai per un Paese cominciano quando la strategia fiscale è guidata dall'obiettivo di fare cassa, subito e ad ogni costo, senza tener conto delle conseguenze sistemiche della tassazione che viene introdotta, come è successo in Italia da almeno trent'anni a questa parte, in particolare dal 1992, e soprattutto quando a questa frenesia si aggiungono le ideologie politiche, come è stato il caso del "federalismo fiscale". Oltre alle entrate proprie, ci sono le aliquote aggiuntive, le addizionali e le compartecipazioni al gettito erariale: tutti i livelli ordinamentali, dalle regioni ai comuni, si sono messi a pescare nelle tasche dei contribuenti.

Nessuno vuole ammettere che l'aumento della pressione fiscale sugli immobili, con l'IMU nelle sue varie e successive declinazioni, ha prodotto danni sistemici enormi sull'intero sistema economico. Si discute in questi giorni della delega fiscale, e del rifacimento del catasto immobiliare, nell'ottica di pervenire ad un riequilibrio dell'imposizione, per poter aggiornare gli estimi e le valutazioni che risalgono a molti anni addietro. Siamo sempre inchiodati alla stessa logica, quella della "spremitura fiscale".

Bisogna andare più a fondo: la casa, prima o seconda che sia, come qualsiasi altro immobile a fini commerciali o produttivi, non è solo un bene d'uso ma è un asset che ha un valore finanziario. Non capire questo aspetto, soprattutto in un Paese come l'Italia in cui le famiglie detengono un immenso patrimonio immobiliare, significa perdere di vista un aspetto fondamentale del processo di formazione del risparmio, della accumulazione della ricchezza, della funzione di garanzia non solo personale e familiare, ma soprattutto sociale e finanziaria che è affidato al patrimonio immobiliare.
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Commenti
carmon2000
offline

Tassare le case è una cosa buona

Per diverse ragioni:

1.   1.    Tassare le case maggiormente diminuirebbe immediatamente il numero di case vuote, che sono milioni in Italia. Una tassazione maggiore aumenterebbe immediatamente l’efficienza d’uso di questa risorsa

2.  2.     La casa NON è UN ASSETT FINANZIARIO. Non è un conto deposito. La casa è un bene di prima necessità e deve essere scoraggiato il più possibile l’accumulo di case vuote. Quindi bisogna tassare maggiormente le case vuote. Così come avviene per le automobili

3.   3.    Tassare maggiormente le case diminuirebbe lo spreco ambientale. Meno cemento, meno suolo rubato alla natura

4.   4.    Tassare maggiormente le case aumenterebbe la qualità delle case. Meno case ma di maggior qualità. Se il prezzo delle case vecchie (e di bassa qualità) che sono quelle generalmente vuote scendesse, sarebbero molto più appetibili per investimenti “reali” immobiliari. Ristrutturazioni profonde e adeguamento agli standard moderni

5.   5.    Non è vero che diminuirebbe la rendita per chi affitta. Infatti da sempre le tasse sulle case in affitto sono “rigirate” all’inquilino nel canone d’affitto. Se salgono le tasse, salgono i canoni.

6.   6.    La tassazione sulle case dovrebbe derivare da un mix tra reddito familiare e valore della casa.

7.  7.     In particolare, dovrebbero aumentare le tasse su seconde e terze case, simbolo per definizione di lusso e spreco ambientale. Meno seconde case, significa maggiori entrate per il comparto turistico

8.    8.   La prima casa “reale”, non all’italiana i casi dove coniugi e figli hanno residenze nelle “seconde” case, dovrebbe sempre godere di una maggiore protezione e minore tassazione.

La casa è un bene di prima necessità

scritto il 23 febbraio 2022 alle ore 10.12 · rispondi
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