(Teleborsa) - In un momento di grave crisi economica, non solo per le famiglie ma anche per le micro imprese, cresce il numero di persone che fa ricorso al Monte dei Pegni, nella speranza di ottenere un prestito a fronte della garanzia offerta da un bene prezioso, spesso un gioiello di famiglia, con la speranza di rientrarne poi presto in possesso.
Al Monte dei Pegni si porta quasi tutto ciò che può avere un valore: gioielli, orologi, catenine, quadri ed anche pellicce, almeno quelle in buono stato, anche se spesso la valutazione dipende dal tipo di bene posto a garanzia. Per accedervi è semplicissimo - è sufficiente un documento d’identità ed il codice fiscale - ed al richiedente viene riconosciuto un prestito del valore quantificato dal perito ed una polizza al portatore della durata di tre mesi. La durata del finanziamento può essere anche di sei mesi, con un tasso d’interesse garantito da Unicredit dell'11,75% annuo.
Purtroppo, anche in un periodo storico così difficile non manca chi approfitta delle sventure. E' accaduto alla filiale del Monte di Pietà di Via Faleria, al quartiere San Giovanni di Roma. Un funzionario si è appropriato di beni posti in pegno, per una cifra stimata in 2 milioni di euro, e si è reso poi irreperibile.
Abbiamo chiesto conferma dell'accaduto a Manrico Lucchi, Head of Territorial Media Relations di Unicredit, il quale ci ha confermato la vicenda. "Non appena rilevate alcune irregolarità presso la agenzia di credito su pegno di Via Faleria a Roma - ha dichiarato il Dottor Lucchi - UniCredit ha immediatamente avviato tutti i controlli del caso e ha presentato un esposto presso la Procura di Roma".
"La Banca - assicura - sta rimborsando ai clienti, come previsto dalla legge, una cifra pari al 125% del valore stimato dell’oggetto non più disponibile, al netto del finanziamento erogato. Anche UniCredit è parte lesa nella vicenda e sta collaborando attivamente con le autorità inquirenti".
Almeno il danno economico è risarcito, resta il rammarico che tanta povera gente non potrà più guardare quegli oggetti e collegarli a qualche ricordo di vita.