(Teleborsa) - Non si spengono i riflettori su Silvio Berlusconi e sulle sue vicende giudiziarie.
Il sostituto procuratore della Corte di Cassazione, Aldo Policastro, ha chiesto la conferma della pena accessoria di 2 anni di interdizione dai pubblici uffici per il Cavaliere, nell'ambito del processo che visto la condanna dell'ex presidente del Consiglio per frode fiscale sul caso dei diritti tv Mediaset.
L'intervento della Suprema Corte è stato richiesto dai legali di Berlusconi che si sono appellati chiedendo l'annullamento
della pena accessoria comminata al leader di Forza Italia. Secondo la Corte non vi sono dubbi che la pena "risponda ai criteri rieducativi previsti dalla nostra Costituzione" .
Berlusconi all'inizio era stato condannato a una pena principale di 4 anni di reclusione di cu tre 3 coperti da indulto e alla pena accessoria dell'interdizione fissata a 5 anni. La Cassazione poi, aveva rinviato alla Corte d' Appello per definire la pena accessoria. Il giudice di secondo grado di Milano aveva ridotto la pena a 2 anni e in seguito i legali del Cavaliere, contro questa sentenza avevano presentato il ricorso davanti alla Cassazione.
Non si è fatto attendere un primo commento del leader di Forza Italia che in una nota scrive: "ormai ogni giorno, e questa mattina non fa eccezione, leggo sui quotidiani mie frasi virgolettate, miei pensieri riportati, scenari che riguardano il mio movimento politico, tanto lontani dalla realtà da procurarmi sentimenti di invidia, mai provati in vita mia, per la fantasia dimostrata dai redattori di tali articoli. Di questo passo i principali organi di informazione del Paese si trasformeranno presto e definitivamente in saggi di fantascienza tali da fare concorrenza ai più noti romanzieri del genere. Nel vostro interesse, per il bene dell'informazione, per favore, basta!".