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Il Governo aggiorna il DEF. Giovedì la parola all'Aula, ma è già scontro sul voto

Economia, Politica
Il Governo aggiorna il DEF. Giovedì la parola all'Aula, ma è già scontro sul voto
(Teleborsa) - Braccio di ferro tra Governo e Camere sul Documento di Economia e Finanza (DEF).

Ieri, nel tardo pomeriggio, si è svolto un Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi dove è stata approvata una nota aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2014.

"Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi e del Ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, ha deliberato la Relazione di variazione della nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF) che rivede gli obiettivi programmatici di finanza pubblica riportati nel Documento Programmatico di Bilancio per il 2015 (Draft Budgetary Plan - DBP) inviato alle istituzioni europee", si legge nella nota di Palazzo Chigi che spiega come "il miglioramento complessivo del deficit atteso per il 2015 è pari a circa 4,5 miliardi di euro che porta l'indebitamento netto nominale al 2,6% del PIL.
L'indebitamento netto strutturale registrerà un miglioramento di poco superiore allo 0,3%, sostanzialmente in linea con quanto richiesto dalle istituzioni europee".

La revisione del DEF spiegata alle Camere dal ministro dell'Economia ha suscitato la rivolta dell'opposizione che pretende che il documento, "aggiornato" con le nuove previsioni inviate all'UE, torni al voto dell'Aula, visto che il vecchio documento era stato approvato per il rotto della cuffia.

Ora si spera che l'aggiornamento dei numeri del DEF che, come precisato da Palazzo Chigi, fa rimanere immutata la struttura della legge di stabilità , piaccia a Bruxelles, dopo che ieri la UE ha rimandato a novembre ogni valutazione.

La relazione passa ora all'esame delle Camere con il primo step da superare giovedì nell'Aula del Senato.

Un bel grattacapo per i presidenti di Senato e Camera,Pietro Grasso e Laura Boldrini, che dovranno decidere le modalità del voto, con la maggioranza e il Governo che chiedono il voto a maggioranza semplice e l' opposizione che ritiene necessaria la maggioranza qualificata.
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