(Teleborsa) - La ripresa economica ed il tentativo di molte società di scalzare la concorrenza all'uscita da una grave crisi ha spinto le
operazioni di fusione e acquisizione su un nuovo record storico.
Stando ad un rapporto stilato da Thomson Reuters, le operazioni di
M&A sono lievitate su un valore di 4.600 miliardi di dollari nel 2015, che rappresenta un nuovo
massimo storico e supera il precedente record di 4.300 miliardi del 2007, subito prima dello scoppio della crisi finanziaria.
Tuttavia,
in termini numerici, le operazioni sono scese rispetto al 2014 del 2,1% a 39.687, a conferma che l'aumento del valore è stato determinato dai
"mega deal" (grandi accordi), caratterizzati da un
alto valore della singola transazione. Ce ne sono diversi esempi nel
settore della birra (
l'accordo Inbev-SABMiller) e nel
settore farmaceutico (
le nozze Pfizer-Allergan), ma anche nel
settore petrolifero (
il deal Shell-BG Group), in fase di razionalizzazione.
Secondo gli esperti di Reuters, il
numero dei deal l'anno prossimo potrebbe salire, dato che le grandi Corporation così costituite avranno un bel da fare a
cedere le attività non core, anche per motivi di concorrenza, e dunque solleticheranno
l'appetito di più piccoli player interessati ad un particolare business.
E' di diverso avviso il
Financial Times, secondo il quale, gli esperti ritengono che vi saranno
due effetti frenanti l'anno prossimo: i
rischi geopolitici e le
turbolenze sui mercati obbligazionari.