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Legge elettorale, settimana incandescente per il Rosatellum Bis

Dopo il via libera della Commissione Affari Costituzionali della Camera la nuova legge elettorale approderà in aula martedì 10 ottobre

Politica
Legge elettorale, settimana incandescente per il Rosatellum Bis
(Teleborsa) - Si apre una settimana importante per il Rosatellum Bis.

Dopo il via libera della Commissione Affari Costituzionali della Camera la nuova legge elettorale approderà in Aula martedì 10 ottobre alle 15:00, dove riferirà il relatore Emanuele Fiano (PD). Entro oggi 9 ottobre, alle 14 è fissato invece il termine ultimo per presentare e depositare gli emendamenti, che dovranno passare il vaglio di ammissibilità della presidenza della Camera.

Salvo sorprese dell'ultimo minuto, la nuova legge elettorale dovrebbe essere approvata tra giovedì 12 e venerdì 13 ottobre. Poi il testo passerà al vaglio del Senato. La riforma è il frutto di un accordo a quattro: PD, Forza Italia, Lega e AP, dopo che lo scorso giugno i franchi tiratori avevano silurato la riforma poi rimandato a settembre.

In commissione, infatti, hanno votato a favore PD, Forza Italia, Lega, Ap, Ala, Direzione Italia, Scelta Civica, Civici e innovatori. Contrari M5S, Fratelli d'Italia, Sinistra italiana, Mdp, Alternativa libera.


Il nuovo testo approvato dalla Commissione Affari Costituzionali prevede alcune modifiche rispetto a quello originale. Salgano da 102 a 109 i collegi uninominali previsti al Senato. La soglia di sbarramento è al 3% per le singole liste e al 10% per le coalizioni a livello nazionale sia alla Camera che al Senato.

Via libera anche ad alcuni emendamenti che introducono novità nella scheda elettorale. I cittadini che si recheranno alle urne alle prossime politiche si troveranno fra le mani una scheda dotata di un tagliando anti-frode. Ogni scheda infatti avrà un tagliando rimovibile, dotato di codice alfanumerico progressivo che sarà rimosso e conservato dall'ufficio elettorale prima dell’inserimento della scheda nell'urna. A differenza del Mattarellum, il Rosatellum prevede una scheda unica. In essa il nome del candidato nel collegio è affiancato dai simboli dei partiti che lo sostengono. Il voto si esprime tracciando un segno sul contrassegno della lista prescelta ed è così valido sia per la lista sia per il candidato dell’uninominale.

Aumentano le pluricandidature da 3 a 5. Ci si potrà dunque candidare in un collegio uninominale e in cinque plurinonimali (listino proporzionale). Le osservazioni e le contestazioni dei rappresentanti di lista presenti nei seggi al momento dello spoglio delle schede elettorali dovranno essere inserite dal Presidente di seggio nel verbale con il conteggio dei voti.

Cambia la norma di genere. La proporzione delle quote di genere di 60 e 40, previste dal testo base, dovrà essere rispettata per i collegi del Senato a livello regionale e non più nazionale, come inizialmente stabilito.

Bocciata la cosi detta norma anti Berlusconi che prevedeva di indicare come capo della forza politica "chi in base alle leggi vigenti non possa essere candidato e non possa comunque ricoprire la carica di deputato".

È stato approvato e l'emendamento che ha aumentato (ma solo per le prossime elezioni) le categorie dei certificatori/autenticatori delle firme includendoci gli avvocati abilitati in Cassazione.

Via libera anche l'emendamento che dimezza per le prossime elezioni il numero delle firme richieste alla Camera mentre al Senato le dimezza solo per chi si candida in tutte le Regioni. Nel dettaglio, per candidarsi serviranno almeno 750 firme per collegio plurinominale alla Camera e sempre 750 per chi si presenta in tutte le regioni al Senato. L'esenzione della raccolta firme invece riguarderà quei partiti che hanno un gruppo parlamentare e che si sono formati prima del 15 aprile 2017

No al programma elettorale comune. Non passa la modifica che prevedeva l’indicazione di un programma elettorale comune della coalizione. Il Rosatellum prevede infatti che ogni lista presenti il proprio programma e il proprio capo politico.

La Commissione Affari Costituzionali ha detto sì anche all'emendamento che prevede che i partiti iscritti nell'apposito registro depositino lo statuto. L'emendamento prevede che i Movimenti come quello 5 Stelle non iscritti nel registro dei partiti debbano presentare una dichiarazione in cui dicono chi è il legale rappresentante, quali sono gli organi, quali i simboli, chi sono i proprietari dei simboli e altri elementi minimi di trasparenza che finiranno online sul sito del ministero dell'Interno.





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