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il welfare aziendale si sta diffondendo in Romagna

Giornata di studio a Cesena Fiera. Sessantacinque le aziende che hanno aderito, il 75% delle quali con più di 50 dipendenti.

Economia, Welfare
il welfare aziendale si sta diffondendo in Romagna
(Teleborsa) - In Romagna è presente un Welfare aziendale diffuso. Più che una affermazione una domanda, cui si è cercato di dare risposta con una giornata di studio che ha riunito a Cesena Fiera oltre 150 aziende romagnole, consulenti, rappresentanti delle istituzioni, associazioni di categoria e sindacati impegnati a fare il punto sull’argomento.

Il convegno "Romagna Welfare" è stato l'occasione anche per analizzare i risultati di uno studio realizzato attraverso interviste e questionari su un campione rappresentativo di aziende romagnole, tra le più importanti per numero di occupati.

Uno studio su un campione di aziende romagnole conferma l’attenzione a questo strumento e la propensione a implementarlo nel prossimo futuro. Oltre la metà delle aziende intervistate dichiara di aver già realizzato azioni di welfare. Motivazione prevalente, il miglioramento del clima in azienda. Tra i servizi più gettonati, formazione, conciliazione vita lavoro, attività in campo ricreativo e culturale, sostegno all’istruzione dei figli.

Sessantacinque le aziende che hanno aderito allo studio, il 75% delle quali con più di 50 dipendenti. Rappresentati tutti i settori più significativi: il meccanico (30,8%), agricolo-agroindustriali (17,9%), produzione (12.5%) e servizi (15%), ma anche commercio, edilizia, consulenza.

La prima domanda, finalizzata a sondare il quesito iniziale, ha riguardato la diffusione più o meno significativa di un Welfare aziendale in Romagna. Il 53,8% delle aziende ha dichiarato di avere già realizzato azioni di welfare aziendale. Emerge dunque che il welfare aziendale è uno strumento già conosciuto in Romagna, soprattutto se ci riferiamo alle aziende con più di 50 dipendenti.

Tutte dichiarano di aver una forte intenzione all'implementazione per i prossimi anni. Oltre il 60% anzi dichiara di volerlo fare già dal prossimo anno. Le Aziende che hanno già sperimentato, anche se parzialmente, strumenti di Welfare hanno dichiarato di apprezzarlo in percentuale molto alta, il 90% del campione.

Nelle piccole e medie imprese il welfare aziendale è meno conosciuto e meno praticato. Solo il 14% dichiara di averlo intrapreso. Non mancano esempi virtuosi di implementazione di strumenti riconducibili al Welfare, anche se non inquadrati in un percorso vero e proprio aziendale. Per questo tipo di aziende c'è ancora molta strada da fare. Fondamentale sarà il ruolo delle Associazioni di Categoria e dei Consulenti del Lavoro nel diffonderne la conoscenza e le possibilità offerte dalla normativa.

Quali le motivazioni che hanno portato ad avviare percorsi di welfare? Dallo studio emerge che le Aziende che hanno strutturato un piano di welfare aziendale o anche singoli strumenti, sono state mosse principalmente dall’idea di migliorare la soddisfazione dei lavoratori e il clima aziendale (95%), di incentivare la produttività (57%), di fidelizzare i lavoratori (61%), infine una parte anche per convertire i premi di risultato usufruendo dei benefici fiscali.

Ricordiamo che il welfare aziendale è regolamentato prevalentemente dall’articolo 51 del Testo unico delle imposte sui redditi (TUIR) e sono previste opportunità di detassazione e di utilizzo aggiornate con la Legge di Stabilità 2016 e 2017.

Sulle scelte operate dalle aziende romagnole, lo studio evidenzia alcuni ambiti principali di intervento welfare: la formazione dei dipendenti per oltre il 50% e analoga percentuale per il sostegno economico ai dipendenti e loro familiari; attività in campo ricreativo, culturale e tempo libero, che raggiungono il 42,9%; attività di conciliazione vita–lavoro e sostegno genitoriale (42,9%); polizze assicurative, previdenza e sanità integrativa; completano il quadro, con il 33%, il sostegno all’istruzione di figli e familiari del lavoratore.

A oggi, solo un quarto delle aziende interpellate ha dichiarato di utilizzare servizi e fornitori esterni all’azienda, come a esempio le piattaforme web, così come contemplato dalle recenti modifiche normative. Ma l’orientamento generale emerso è la volontà di utilizzarle maggiormente.





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