(Teleborsa) - L'Italia torna sopra la media europea quanto a crescita degli
investimenti pubblici e privati. Nel 2017 hanno infatti registrato un incremento del 3,8% rispetto all'anno precedente,
a fronte di +2,8% a livello di Area euro.
I dati, contenuti un un rapporto commissionato dal
Consiglio Nazionale Economia e Lavoro (
CNEL), confermano una
recente inversione, almeno nei tassi di crescita,
del gap tra l'Italia e il resto d'Europa.
Tuttavia,
se si considera il periodo 2007-2017,
la variazione annuale degli investimenti privati e pubblici in Italia, pur se con un'oscillazione in linea con quella della Zona Euro,
è stata negativa per sette anni (2008-2014), anziché per cinque soli anni, come nella macro area (2008-2010 e 2012-2013).
La distanza è ancora più evidente analizzando il tasso complessivo di variazione: dopo una
fase (2000-2006) in cui gli investimenti totali sono aumentati più rapidamente della media dell'Area euro (+14,6% contro il +12,2%), per il
periodo 2007-2017 si registra un crollo complessivo di 23 punti percentuali, a fronte di un più moderato -4,6% europeo.
Negli ultimi anni sono state messe in atto una serie di
misure per contrastare la caduta degli investimenti: il
superamento del Patto di stabilità interno, le
leggi di bilancio 2017 e 2018 che concedono spazi finanziari agli enti, il supporto da parte dell'amministrazione centrale all'
accelerazione della spesa dei fondi di coesione attraverso i Patti per lo sviluppo.
Tra le possibili
cause della dinamica negativa degli investimenti si individuano il
difficile avvio della riforma dei conti pubblici e l'
introduzione del codice degli appalti, riforme importanti e urgenti ma che richiedono tempo per entrare a regime.