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Comunali, avanza Lega con Centrodestra, ripresa Centrosinistra, M5S in affanno

Sono stati 761 su 7.954 i comuni interessati al voto del 10 giugno: 586 di regioni a statuto ordinario, 137 in Sicilia e 38 in Sardegna. In totale 7.052.803 elettori

Economia, Politica
Comunali, avanza Lega con Centrodestra, ripresa Centrosinistra, M5S in affanno
(Teleborsa) - Elezioni comunali del 10 giugno 2018, primo piccolo ma significativo Test politico dopo la consultazione del 4 marzo con le vittorie di M5S e la formazione del Governo del cambiamento di Giuseppe Conte a guida giallo blu. Gli oltre 7 milioni di italiani chiamati al voto per eleggere i sindaci di 761 comuni e i "mini sindaci" di 2 circoscrizioni romane confermano l'ascesa della Lega di Matteo Salvini a traino del Centrodestra, con Centrosinistra che mostra seppur deboli segnali di ripresa soprattutto con la conferma di Del Bono a Brescia al primo turno. Ma per il PD, in sostanza, è crisi anche nelle tradizionali roccaforti, vedi crollo a Terni, ad esempio, mentre la delusione scende tra i 5 Stelle. Ballottaggio, comunque, il 24 giugno ad Avellino tra il grillino Nello Ciampi e in candidato centrosinistra Nello Pizza.

Sono stati, dunque, 761 su 7.954 i comuni interessati al voto del 10 giugno: 586 appartenenti alle regioni a statuto ordinario, 137 in Sicilia e 38 in Sardegna. In totale voteranno 7.052.803 elettori. Urne aperte dalle 7 alle 23 con scrutini che iniziano subito dopo la chiusura dei seggi. I cittadini interessati sono stati chiamati a decidere per l'elezione diretta dei sindaci e dei consigli comunali, con l'eccezione di Roma, dove 291 mila cittadini sono stati chiamati a riscrivere l'organigramma di due Municipi (il terzo e l'ottavo) della Capitale.

20 i capoluoghi di provincia dove si è votato. Tra questi Ancona che è anche capoluogo regionale delle Marche. Gli altri: Avellino, Barletta, Brescia, Brindisi, Catania, Imperia, Massa, Messina, Pisa, Ragusa, Siracusa, Siena, Sondrio, Teramo, Terni, Trapani, Treviso, Vicenza, Viterbo. Il dato politico come sempre verrà letto, a "bocce ferme", soprattutto nei capoluoghi.

Era apparsa all'inizio come una leggere inversione di tendenza l'interesse al voto per i cittadini, generalmente un po' ovunque, con affluenza in aumento nelle ore centrali della giornata. Ma poi di nuovo il calo. Alle ore 12 di ieri domenica, aveva fatto sapere il Viminale, aveva votato il 19,82 per cento degli aventi diritto in 623 comuni dei 761, Sicilia esclusa, chiamati alle urne per le amministrative. Alle 19 la percentuale era salita al 40,055, per poi attestarsi di poco al di sopra del 60% alle 23 dopo la chiusura dei seggi. Una leggera ma significativa diminuzione rispetto alla precedente tornata amministrativa.

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