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Flat Tax, commercialisti critici su tetto 100mila euro per partite IVA

Intervista al Presidente AIDC, Andrea Ferrari, che avverte: "Si rischia effetto boomerang e disincentivo alla crescita"

Economia
Flat Tax, commercialisti critici su tetto 100mila euro per partite IVA
(Teleborsa) - "L'introduzione della flat tax per redditi fino a 100 mila euro rischia di trasformarsi in un boomerang ed essere un disincentivo alla crescita". E' quanto ha dichiarato a Teleborsa il Presidente dell'Associazione Italiana Dottori Commercialisti, Andrea Ferrari, commentando l’ipotesi allo studio del Governo che prevede l’estensione della flat tax al 15% per Partite IVA che incassano fino a 65mila euro l’anno e di un ulteriore 5% per i redditi da 65mila e 100mila euro.



"La recente riconversione della proposta di flat tax - che ha fatto ingresso nel contratto di Governo promossa dalla componente leghista verso un più articolato progetto del M5S - in uno strumento destinato a professionisti ed imprese, mediante l’innalzamento da 30 a 100 mila euro del limite di fatturato per l’accesso ad un regime agevolato già esistente, rischia di essere un pesante boomerang per la nostra impresa e per i nostri professionisti", ha dichiarato Ferrari.

"L’Italia soffre, fatto noto, di un certo nanismo, di un certo sottodimesionamento. Questo accade nell’industria, ma accade anche nelle professioni".

"L’offerta di prestazioni professionali, legali ed amministrative, è demandata infatti a studi minimi o a grandi strutture internazionali. I primi stentano a sopravvivere, le seconde dominano il mercato. Se vogliamo che le professioni indipendenti sopravvivano - ha proseguito il Presidente AIDC - dobbiamo incentivare l’aggregazione tra professionisti, ed in tal senso le specializzazioni nell’ambito delle aggregazioni.

La misura proposta che premia chi, da solo, produce poco, disincentiva la costituzione di studi associati incentivando, al contrario, la dissoluzione di quelli già esistenti i quali, allo stato della norma, godrebbero di un significativo vantaggio fiscale lasciando operare i propri soci come professionisti singoli. Insomma, ne viene fuori un pasticciaccio che, sia per la piccola impresa sia per le professioni, spinge il Paese verso una sacca di debolezza quando, al contrario bisognerebbe consentire ogni incentivazione possibile per l’integrazione e l’aggregazione tra professionisti", ha concluso Ferrari.
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