(Teleborsa) -
Feste finite, in tutti i sensi, per
Theresa May che inizia l'anno con un
colpo pesante. La
Premier britannica appare sempre più all'angolo costretta a fare i conti con l'accordo sull'uscita del
Regno Unito dalla Ue che la maggioranza de
l Parlamento di Londra rifiuta e la
Ue che sta alla finestra a guardare, in attesa del voto fissato il
15 gennaio che sancirà la promozione o ,la più probabile, bocciatura
dell'intesa Ue-Londra siglata durante il summit dello scorso
novembre a Bruxelles.Schiaffo alla May, passa emendamento che impone piano B - Un percorso finale che la Premier conservatrice affronta, dunque,
sotto assedio. Nella giornata di ieri, infatti, la
May ha incassato un altro
schiaffo con la Camera che ha approvato (308 voti favorevoli e 297 contrari)
l’emendamento, promosso dal deputato Tory ed ex ministro della Giustizia,
Dominic Grieve, che costringe la premier britannica a tornare ai Comuni
"entro tre giorni lavorativi" e non 21, come stabilito finora, con un
piano B alternativo al "no deal", da rimettere ai voti nel giro di un'altra settimana, nel caso in cui la prossima settimana il
Parlamento dovesse bocciare l’accordo.