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Venezuela: il leader dell'opposizione Guaidó si autoproclama presidente "pro tempore"

Arriva riconoscimento ufficiale da parte della Casa Bianca e da Canada, Argentina, Brasile, Perù, Ecuador, Costa Rica, Paraguay.

Economia, Politica
Venezuela: il leader dell'opposizione Guaidó si autoproclama presidente "pro tempore"
(Teleborsa) - Sale alle stelle la tensione in Venezuela. Il giovane Juan Guaidó, leader dell'Assemblea nazionale, davanti a decina di migliaia di persone, giurando sulla costituzione, si è autoproclamato presidente "pro tempore" del Paese fino a quando non saranno indette nuove elezioni democratiche. A scatenare un gesto così forte è stato il fatto che, due settimane fa, l’opposizione non ha riconosciuto il risultato delle elezioni elettorali che confermavano in carica il leader chavista Nicolas Maduro per il secondo mandato consecutivo dal 2013.

Quasi in contemporanea con il discorso pronunciato a Plaza Venezuela, arriva il tanto atteso riconoscimento ufficiale da parte della Casa Bianca nei confronti del leader trentacinquenne.

Non si è fatta attendere neanche la risposta di Maduro che, dal balcone del palazzo presidenziale a Caracas, ha replicato "Siamo la maggioranza, siamo il popolo di Hugo Chavez. Siamo in questo palazzo per volontà popolare, soltanto la gente ci può portare via". Poi ha intimato ai diplomatici americani di lasciare il paese entro 72 ore.

Sulla scia della presa di posizione americana, hanno fatto seguito i riconoscimenti per Guaidò di Canada, Argentina, Brasile, Perù, Ecuador, Costa Rica, Paraguay. Il Brasile ha poi specificato che non parteciperà né appoggerà un intervento militare in Venezuela

Quella del Venezuela, secondo la classifica annualmente redatta da Bloomberg sull'indice della povertà, è la peggiore economia del mondo da ben tre anni, peggio anche della Corea del Nord di Kim.

Ma non è l’unico record negativo vantato da Caracas in campo economico. L'iperinflazione ha toccato il 41.000% e dall'estate scorsa il governo e la banca centrale non rilasciano più alcun dato economico. L'unica eccezione e' Petro, la criptovaluta fortemente voluta da Nicolas Maduro inaugurata a inizio del 2018 con un cambio fisso di 60 dollari e legata alle riserve reali di oro, ferro, alluminio e diamanti e petrolio. Nelle intenzioni di Maduro, la criptovaluta, destinata agli scambi interni, doveva servire per aggirare le sanzioni economiche degli Stati Uniti.
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