(Teleborsa) - “
I giudici mi accusano di aver violato la legge imponendo lo stop allo sbarco,
in virtù del mio ruolo di ministro dell'Interno”. Mentre continua il braccio di ferro su un possibile intervento nei confronti della Sea Watch 3, la nave che da 10 giorni staziona difronte alle coste di Siracusa con 47 persone a bordo, il
Vice Presidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Matteo Salvini risponde alle
accuse di “sequestro di persona aggravato” mosse dal
Tribunale dei Ministri di Catania per aver negato lo sbarco ai cittadini stranieri che erano a bordo della nave Diciotti.
In una lettera al Corriere della Sera, il Ministro
si difende, portando in alto la tesi secondo cui "
Il contrasto all'immigrazione clandestina corrisponde a un preminente interesse pubblico, posto a fondamento di precise disposizioni e riconosciuto dal diritto dell'Unione europea".
"II governo italiano - scrive il Ministro dell'Interno -
e quindi non Matteo Salvini personalmente, ha agito al fine di verificare la possibilità di un'equa ripartizione tra i Paesi dell'Ue degli immigrati a bordo della nave Diciotti".
Il
Ministro dell’Interno conclude dicendosi
sereno nel non rinnegare nulla e nel non fuggire dalle sue responsabilità. “Sono
convinto di aver agito sempre nell'interesse superiore del Paese - afferma - e nel pieno rispetto del mio mandato. Rifarei tutto. E non mollo”.
Intanto, ieri lunedì
28 gennaio, da Palazzo Chigi hanno fatto sapere che la vicenda
Sea Watch 3 sarebbe giunta all’attenzione della
Corte europea dei Diritti dell’Uomo, messa in allerta proprio dal capitano del natante. A tal proposito, il Governo italiano continua a sostenere che la giurisdizione della nave appartenga all’Olanda, Paese di provenienza dell’imbarcazione che ha effettuato il salvataggio in acque internazionali.
Interrogato
sulla possibilità di offrire aiuto, il
Ministro dell’Interno avrebbe risposto: "
Solo se prenderanno la via dell'Olanda o della Germania, paese della Ong. In Italia abbiamo già accolto, e speso, anche troppo".