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Brexit, no al secondo referendum: Parlamento boccia l'emendamento

Intanto Tusk, Presidente del Consiglio Europeo, tende la mano a Londra e apre alla possibilità di un rinvio lungo

Economia, Politica
Brexit, no al secondo referendum: Parlamento boccia l'emendamento
(Teleborsa) - Una battaglia moderna a suon di sì o no. A Londra si vota per il terzo giorno consecutivo per uscire dall'impasse Brexit. Con 85 voti favorevoli e 334 contrari il Parlamento britannico ha respinto il primo emendamento sulla mozione di Theresa May per il rinvio della Brexit, oggi giovedì 14 marzo, al voto alla Camera dei Comuni.

Il testo, proposto dalla deputata Sarah Wollaston e chiamato "Emendamento H", prevedeva la richiesta di una dilazione abbastanza lunga per permettere lo svolgimento di un nuovo referendum sul divorzio tra Londra ed Ue. Dopo il pacchetto completo di "correzioni", si passerà al voto sulla mozione di May per il rinvio vero e proprio della Brexit rispetto alla scadenza fissata ad oggi al 29 marzo.

In caso di semaforo verde, due gli scenari:un rinvio breve oppure uno più lungo, oltre cioè la scadenza delle elezioni europee che potrebbe finire per complicare ancora di più il piano di uscita. May spinge sulla prima opzione, ma ha vincolato la richiesta di uno "short delay" all’approvazione del suo piano entro la settimana prossima. Altrimenti non le resterà che un rinvio più lungo, al 2020 o al 2021.

Proprio in quest'ottica, su Twitter, il Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk prepara il terreno e fa sapere che "durante le mie consultazioni in vista del Consiglio Europeo, chiederò ai 27 di essere aperti ad un rinvio lungo" della Brexit "se il Regno Unito lo trova necessario per ripensare alla sua strategia sulla Brexit e per costruire consenso attorno ad essa".
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